Esodo di negozi e attività, chiude anche McDonalds

Fare affari in centro oggi è sempre più difficile. Lo sanno benissimo le tante attività commerciali che hanno chiuso o quelle che, non potendo più permettersi di pagare l’affitto, si sono spostate nella zone periferiche della città. E la conferma arriva dall’imminente chiusura del re dei fastfood.

Su questo incide senz’altro la crisi attuale, ma ancor di più quello a incidere sono il costo degli affitti che invece di scendere proporzionalmente a questo periodo no, rimangono invariati. Un locale commerciale di 70 metri quadrati, nelle vie prinicipali della città come Corso Tacito, Corso Vecchio, via I°Maggio, si arriva a pagarlo a mese mediamente 4.500 €.

Per una piccolà attività pagare questa cifra diventa difficile, ma se si pensa che una grande catena di fast food come Mc Donalds decide di chiudere, allora significa che la cifra da pagare è diventata impossibile. Meglio zone decentrate dove gli affiti mediamente vanno dai 1.100 ai 1.500 euro al mese o in periferia, come Maratta e Sabbione, dove gli affitti per grandi metrature vanno dai 5 ai 12 euro a metro quadro.

È quello che probabilmente farà la multinazionale americana vagliando, tra le tante opzioni, la possibilità di aprire un Mc Drive in via del Centenario, a pochi passi dal centro commerciale “Il Polo” in una struttura che ancora deve essere realizzata.

La situazione al momento è preoccupante come spiega il presidente di Confcommercio Ivano Rulli al Giornale dell’Umbria: “Nel corso degli ultimi due anni sono circa 300 le attività che hanno chiuso i battenti nel centro lasciando i locali sfitti. Il paradosso è che la domanda di locali commerciali è uguale a zero ma, allo stesso tempo, l’offerta dal punto di vista della richiesta economica non cala. Sono quattro anni che il contesto è difficile ma ormai la corda si è spezzata. L’ottimismo è finito – prosegue Rulli – speravamo che le vendite si riprendessero a Natale e siamo rimasti delusi, speravamo nei saldi e siamo rimasti delusi lo stesso. E le prospettive non sono affatto buone, non si intravede nessuna minima ripresa, anzi tutt’altro, se è vero che nei prossimi mesi aumenterà ulteriormente l’Iva.”

Tra le proposte della Confcommercio, nella lettera d’allarme inviata alle istituzioni a metà gennaio per chiedere interventi urgenti in modo tale da fronteggiare lo stato di crisi del settore c’è anche quella, si legge testualmente, di “calmeriare il mercato degli affitti, favorendo così anche la diversificazione dell’offerta commerciale e l’apertura di nuove attività in centri storici.”

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