Evasione: da gennaio 600 controlli della Guardia di Finanza sull’emissione di scontrini

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Non fare lo scontrino o la ricevuta fiscale può costare caro. Lo sa benissimo un ristoratore narnese, colto in flagrante mentre incassava 280 euro senza emettere ricevuta. Ed anche un noto ristoratore ternano, che ugualmente al primo ha incassato una somma di 120 euro senza l’emissione della relativa ricevuta.

Queste e molte altre le persone stanate nei controlli effettuati nell’ultimo periodo dalla Guardia di Finanza. Infatti, dall’inizio dell’anno, sono state 600 le verifiche effettuate dalle fiamme gialle in merito all’emissione di scontrino o ricevuta fiscale, e 148 le violazioni contestate. Di queste, 77 nel comprensorio della città di Terni, 55 in quello di Orvieto e 16 in quello di Amelia. Le categorie oggetto delle verifiche sono molteplici. Quelli più recidivi sono risultati essere gli esercizi gestiti da cinesi. Oltre a questo c’è da registrare un costante aumento delle telefonate al 117 (numero di pronto intervento della Guardia di Finanza) con cui sempre più persone denunciano la mancata emissione del tagliando fiscale.

La multa per chi non emette regolare scontrino o ricevuta è salata. L’ammontare della multa eseguita dall’Agenzia delle entrate, su segnalazione della Finanza, arriva a toccare i 516 euro per ogni scontrino o ricevuta non eseguiti. Nonostante ciò, sono sempre molti coloro che cercano di eludere il fisco. Per questo motivo, la Guardia di Finanza aumenterà i controlli, intensificandoli soprattutto nei mercati ambulanti settimanali dove la possibilità di scovare commercianti che non emettono scontrino è molto alta.

Non possono stare tranquilli nemmeno i fotografi perché, nell’ultimo periodo, i controlli delle fiamme gialle riguardano appunto servizi fotografici a cerimonie o in discoteca, cercando di scovare tutti coloro che non posseggono la regolare licenza.

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