Fabrizi: ”Strutture residenziali per minori senza famiglia, gravissimo silenzio del sindaco”

Quanto costa ospitare un minore senza famiglia nelle strutture residenziali di proprietà del Comune di Terni? Lo chiede da tempo il consigliere comunale di Lista Baldassarre Cinzia Fabrizi che, denuncia, fino ad oggi non ha ricevuto alcuna risposta da palazzo Spada. Tale silenzio per Fabrizi, oltre ad essere di per se molto grave, potrebbe anche nascondere costi quasi doppi rispetto a quelli pagati in strutture private. Con una migliore gestione, affidata ad un soggetto vincitore di una gara pubblica, si potrebbe quindi aiutare molti più minori in difficoltà. Ad oggi invece, dice Fabrizi, la gestione delle due strutture “Il Melograno” e “Il Cortile”, è in mano al Comune e alla cooperativa Actl definita da Fabrizi “la solita cooperativa amica”.

Il comunicato integrale di Cinzia Fabrizi:

“Ci sono temi che coinvolgono situazioni talmente difficili e delicate che meriterebbero la massima attenzione da parte della politica. Ritengo che uno di questi sia la tutela dei minori abbandonati, senza famiglia o con una situazione familiare talmente difficile da dover essere affidati ad una struttura residenziale. È il Comune l’organo competente a intervenire in queste dolorosissime situazioni. E il modo in cui questo servizio viene organizzato e gestito dal Comune è molto importante.

I minori abbandonati o che comunque che hanno bisogno di tutela e di assistenza non hanno certo né la capacità né la possibilità di far valere le loro ragioni. Sono probabilmente, in questa società che a volte sembra non più in grado di ispirarsi a una autentica gerarchia dei valori, meno protetti di tanti animali per i quali ci sono sempre numerose associazioni pronte a far sentire con forza la loro voce. Questi minori non votano, non hanno genitori che votano, non hanno sindacati che li difendono. Eppure, purtroppo, ci sono. E anzi, con il peggioramento delle condizioni economiche e sociali prodotto dalla crisi, il loro numero aumenta, proprio mentre la diminuzione delle risorse rende concreto il rischio che proprio loro vengano sacrificati in nome della pur sacrosanta revisione della spesa. Ecco allora che il tema di come le risorse vengono usate dall’Ente Pubblico diventa del tutto fondamentale. Vale in ogni ambito, ma in questo assume il colore della tragedia: se si spendo male i soldi si possono offrire meno servizi ai cittadini.

Fin da Aprile, con una specifica interrogazione che non ha mai avuto risposta, ho chiesto di sapere quale sia il costo giornaliero sostenuto dal Comune per ospitare un minore nelle varie strutture di cui si serve. Perché a Terni, al riguardo, esiste una situazione quanto meno singolare: ci sono due strutture, “Il Melograno” e “Il Cortile”, che il Comune gestisce direttamente (senza che vi sia stata una gara per la scelta del soggetto privato), insieme alla cooperativa ACTL; e ce ne sono altre a cui si appoggia e che sono regolarmente accreditate presso la Regione, gestite da privati (associazioni o cooperative).

Nel Maggio e nel Giugno del 2011 la questione dei due centri residenziali gestiti insieme all’ACTL era diventata centrale nella “crisi politica” della Giunta Di Girolamo e questi si era formalmente impegnato «a tutela dei minori» a prorogare la situazione in atto solo per il tempo strettamente necessario a espletare una gara per l’affidamento del servizio, gara che, aveva assicurato, sarebbe stata fatta entro il secondo semestre del 2011. Siamo a Giugno del 2012 e ancora di essa non c’è alcuna traccia.

Perché? Quanto costa al Comune ospitare un bambino presso “Il Melograno” e presso “Il Cortile”? E quanto costa in ogni singola struttura gestita da privati? Quanti sono i minori assegnati alle varie strutture e con quali criteri queste vengono scelte? Domande non irrilevanti dal momento che ci sono strutture private — ripeto: regolarmente accreditate — che richiedono 55 Euro al giorno, mentre è nel frattempo emerso da documenti ufficiali della Giunta che il costo medio giornaliero per minore è di 80 Euro, e che il costo giornaliero nelle strutture gestite da Comune e ACTL è di 95 Euro!

Perché mai dovremmo rivolgerci a strutture che costano 95 Euro al giorno quando potremmo — liberando risorse per assistere più minori! — avere lo stesso servizio a 55 Euro al giorno? Per aiutare i bambini o piuttosto per proteggere proventi e posti di lavoro della “solita” cooperativa amica? Il silenzio del Sindaco e dell’Assessore Bucari su questa tematica è gravissimo.

Rispetto al Bilancio preventivo 2011 in quello 2012 i fondi allo scopo dedicati passano da 500.000 Euro a 1.250.000 Euro. Per quale motivo? Si prevede che aumenteranno i bambini bisognosi del servizio? O si prevede di utilizzare solo le strutture che costano 95 Euro al giorno magari facendo chiudere quelle (forse “scomode” per l’Amministrazione, o meno affini) che ne chiedono solo 55? Ancora: nella Relazione Previsionale e Programmatica allegata al Bilancio a pag. 28 si legge una frase molto ambigua: «tramite la comparazione dei costi delle rette tra la Comunità educativa il Melograno […] e le analoghe strutture […] è emersa la necessità di riorganizzare il funzionamento del SIF anche tramite una procedura di affidamento per la sua gestione complessiva». Che cosa significa? Che cosa si intende fare? Istituzionalizzare un sistema monopolistico a tariffa (ovviamente quella di 95 Euro) unica?

Proprio perché ho a cuore la questione, vista la mancata risposta alla interrogazione presentata mesi fa e alla luce degli inquietanti dati contenuti nel Bilancio preventivo 2012, ho presentato, in occasione della discussione sul Bilancio stesso, un atto di indirizzo in merito condiviso da colleghi della Lista Baldassare e dell’UDC. L’atto è stato discusso martedì 3 Luglio. L’Assessore “coerentemente” ha taciuto. Il Sindaco ha preso la parola non già per intervenire nel merito della questione, ma solo per scagliare accuse contro una opposizione che, a suo parere, fa solo ostruzionismo.

Chiedere all’Amministrazione, mediante pacate interrogazioni, dei dati vuol dire fare ostruzionismo? Sottoporre all’attenzione della massima assise cittadina mediante pacati atti di indirizzo questioni così rilevanti significa intralciare la democrazia? E non rispondere è per il Sindaco espressione di democratica disponibilità al dialogo? Rifiutarsi di spiegare come stanno le cose e che cosa si intende fare, è trasparenza? Continuare a non bandire le gare per l’affidamento dei servizi è un comportamento giusto e conforme alla normativa? È così che Di Girolamo pensa di tutelare i minori abbandonati e in generale i nostri concittadini meno fortunati?

Troverà mai il Primo Cittadino, sempre molto preso nell’esercizio di equilibrismo necessario per tenere in piedi la sua maggioranza, il tempo per rispondere nel merito dei problemi?”

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