Fatto Quotidiano: ”Crescimbeni approvò regolamento Inpdap che permetteva evasione fiscale”

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Paolo Crescimbeni (2)Nel pieno della campagna elettorale come candidato sindaco di Terni, Paolo Crescimbeni si trova a fare i conti con una vicenda di qualche anno fa legata al ruolo che ha ricoperto di commissario straordinario dell’Inpdap. Scrive infatti Il Fatto Quotidiano che l’Inpdap “evadeva imposte e contributi. Proprio così: geometri, ingegneri e architetti che svolgevano le perizie tecniche per la concessione di mutui agli iscritti ricevevano, per ogni pratica, un compenso extra (300 euro) che figurava però come un ‘risarcimento’. Una formuletta che lo rendeva esente da tasse e accantonamenti. Il paradosso è che il meccanismo non avveniva ai danni e all’insaputa dell’istituto: anzi, era previsto nel regolamento approvato nel 2010 dall’allora commissario straordinario dell’ente, Paolo Crescimbeni. I vertici, dunque, erano a conoscenza di tutto. Idem il collegio sindacale, che non ha trovato nulla da obiettare”.

Insomma, l’accusa del giornale di Padellaro e Travaglio (qui l’articolo) è che Crescimbeni, quando era ai vertici dell’Inpdap, abbia permesso ad alcuni professionisti di evadere le tasse ai danni dello stesso ente che aveva il compito di amministrare. Sull’intera vicenda sarebbe stata aperta anche un’indagine da parte della Corte dei conti del Lazio.

Crescimbeni non ha ancora commentato la notizia (QUI LA REPLICA DI CRESCIMBENI) mentre i professionisti tirati in ballo si difendono: “Preme chiarire che gli incarichi di perizia affidati ai tecnici ex Inpdap compatibili con ruolo professionale non rientravano fra le attività d’ufficio e quindi non potevano intendersi compresi nello stipendio. Ogni perizia veniva espletata su apposito incarico dell’amministrazione su manifestazione specifica di disponibilità esclusivamente al di fuori dell’orario di lavoro e in ferie o in giorni festivi o comunque non lavorativi con mezzi e spese totalmente a carico del tecnico in tutto il territorio nazionale. Non si è mai verificata la circostanza di un pagamento in nero cosi come menzionato nell’articolo. La somma di 300 euro a totale carico del richiedente il mutuo e non dell’istituto veniva erogata in busta paga, quale rimborso non avente carattere retributivo ma a titolo risarcitorio”.

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