Giovane accoltellato: romeni erano già stati arrestati e rimessi in libertà. ”Scarcerazioni facili”

Rubano, scippano, rapinano, aggrediscono. Spesso la fanno franca. Quando vengono beccati dalle forze dell’ordine ci si aspetterebbe però scontassero pene adeguate. Invece alcuni malviventi e delinquenti matricolati anche quando finiscono in manette riescono quasi sempre a passarla liscia e risolvere con poche noie i guai con la giustizia.

Una vecchia vicenda dei tre romeni ora accusati di tentato omicidio per aver accoltellato un giovane ternano, costituisce un chiaro esempio di come alcuni riescano a rimanere impuniti, in libertà ed incensurati. Già ad agosto 2011 erano infatti stati arrestati per danneggiamento e tentato furto. Erano stati beccati in flagranza nel tentativo di svaligiare una gioielleria del centro. In piena notte erano riusciti ad entrare nella chiesa di San Cristoforo calandosi da una finestra; poi con un piede di porco e un cacciavite avevano bucato il muro in comune con la gioielleria adiacente. Il parroco, allarmato dai rumori, aveva però chiamato il 112. All’arrivo dei carabinieri i tre romeni si erano prima nascosti dietro l’altare poi si erano beffardamente giustificati affermando di essere entrati in chiesa per pregare. Arrestati e processati per direttissima, avevano patteggiato la pena ed erano stati scarcerati poiché incensurati. In libertà, dieci giorni fa hanno aggredito un gruppo di giovani fuori da un locale del centro e accoltellato un ragazzo 25enne. Per questo sono ora in carcere.

Il giudice per le indagini preliminari, Maurizio Santoloci, nell’ordinanza di convalida del loro arresto, ha evidenziato come alcuni criminali sfruttino “in modo seriale la prassi del nostro sistema giuridico che vede facili scarcerazioni anche dopo delitti ripetuti, sulla base del concetto per il quale l’incensuratezza formale sul certificato penale è sinonimo di mancato pericolo di reiterazione del reato, di mancata pericolosità sociale, quasi di un diritto a ottenere una scarcerazione immediata al di là del crimine commesso. Alcuni settori della criminalità straniera – continua il giudice – sfruttano questa situazione per poter continuare a delinquere in modo praticamente ripetitivo e senza temere di essere definitivamente bloccati dal sistema giudiziario. Si tratta di bande di predoni senza freni inibitori dediti all’attacco del patrimonio privato, ma anche che attentano alla incolumità delle persone, perché l’incoraggiamento dovuto da tali scarcerazioni facili galvanizza e incoraggia il loro operato fino a spingerli ai tentati omicidi”.

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