Il prestigioso quotidiano francese Le Monde dedica un articolo al ternano Andrea Liberati

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“Andrea Liberati è un giovane giornalista italiano di 32 anni, che quattro anni fa decide di partire per gli Stati Uniti allo scopo di partecipare alla campagna elettorale di Obama. Lui ci voleva andare per crescere, per verificare ciò che si dice su questa America, vedere sul campo e soprattutto partecipare”. Comincia così un lungo articolo del prestigioso quotidiano francese Le Monde, interamente dedicato al ternano Liberati e alle sue esperienze americane del 2008 (qui l’articolo: http://katelerigoleur.blog.lemonde.fr/2012/11/05/campagne-electorale-americaine-un-volontariat-international/).

Il ternano descrive l’arrivo in Florida e lo stupore di aver trovato un gruppo di giovani cui erano state affidate grandi responsabilità per la campagna elettorale, molto competenti e che parlavano più lingue. Il giornale d’oltralpe non si fa quindi sfuggire l’occasione per evidenziare, per contrasto, come in Italia i giovani siano esclusi da incarichi di responsabilità politica (in mano ad ultracinquantenni) ed evidenzia come gli italiani non parlino lingue straniere.

Il giornale francese riporta alcuni passaggi del libro di Liberati “Licenziarsi e volare in America per Obama” (qui la scheda: http://www.editoririunitiuniversitypress.it/libri/licenziarsi-e-volare-in-ameria-per-obama.php) e alcune dichiarazioni del giornalista ternano. In particolare Liberati mette a confronto l’Italia con gli Usa: confronto dal quale il Belpaese esce con le ossa rotte. “L’Italia è in grande ritardo, legato al suo sistema politico. L’attuale situazione è quasi catastrofica. Il sentimento collettivo non esiste più, l’approccio è individualista. Questo è il male del nostro Paese. L’Italia ha bisogno di capire che con la politica è in gioco la propria vita, non soltanto la società in generale” invece “regna un disinteresse totale”. Per Liberati ciò che davvero rende impossibile importare in Italia il lato migliore della democrazia americana è “il clientelismo”. Per questo, quando nel 2008 dopo la conclusione della campagna elettorale ha fatto ritorno a casa, ha provato ancora più delusione per la corruzione che continua ad opprimere il Paese.

“L’Italia – dice ancora Liberati a Le Monde – purtroppo è ancora troppo ripiegata su se stessa. Pertanto, di fronte alla inutilità degli sforzi fatti per cambiare il mio paese, il ritorno in America resta uno sbocco naturale del mio cammino” riferendosi al fatto di aver partecipato anche all’ultima campagna elettorale che pochi giorni fa ha portato alla riconferma di Obama alla Casa Bianca. Come sappiamo però, nonostante la rassegnazione che ha manifestato nell’intervista a Le Monde, Liberati non ha interrotto l’impegno civile e politico a Terni, sia come presidente di Italia Nostra Terni sia soprattutto come presidente del comitato promotore del referendum che chiede il passaggio di Terni nella regione Lazio. Referendum per il quale sono state raccolte circa 3 mila firme (ne occorrevano 2500)  e che si terrà tra qualche mese (qui l’articolo).

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