Il viaggio della speranza di Serena, 30enne di San Gemini che vola in Usa per curare rara malattia

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Serena Grigioni“E’ il viaggio della speranza” dice al telefono con voce solare. Martedì mattina Serena Grigioni, trentenne di San Gemini, volerà negli Stati Uniti per curare la “neuropatia delle piccole fibre periferiche e autonomiche” da cui è affetta. Si tratta di una malattia rarissima, 200 casi al mondo, che è entrata nella vita di Serena 7 anni fa. Da allora è cominciato il calvario di operazioni, visite, dolori e diagnosi sempre incerte. Centinaia di persone del suo paese si sono prese a cuore la sua vicenda ed hanno organizzato collette ed eventi di beneficenza per raccogliere soldi che serviranno a pagare le costose cure mediche americane.

“Sette anni fa – racconta Serena – ho cominciato a stare male fino a dover subire un’operazione all’intestino. I medici mi dissero che si trattava di qualcosa di raro ma di non sapere cosa fosse. Dopo quel primo intervento comunque, per un periodo sono stata benino. A gennaio 2010 però, dalla sera alla mattina, sono rimasta temporaneamente paralizzata. Sono stata ricoverata per due mesi. Poi ho cominciato ad avere attacchi frequenti agli arti, dolori atroci. A causa dei danni ad intestino e stomaco, per mangiare devo assumere dei farmaci. Tra settembre e dicembre ho subito tre interventi chirurgici alla vescica e mi hanno inserito un neurostimolatore al midollo ma, data la situazione compromessa, nemmeno quello svolge bene la sua funzione”.

Dopo tante mancate risposte, ad aprile Serena si è rivolta all’Istituto neurologico di Bologna dove le hanno diagnosticato per la prima volta la “neuropatia delle piccole fibre periferiche e autonomiche”, una patologia che danneggia le fibre nervose sia degli arti che degli organi. Una malattia talmente rara da essere quasi sconosciuta ai medici italiani che inizialmente hanno proposte delle cure, rivelatesi inefficaci, e poi hanno gettato la spugna: “Mi hanno detto che non avevano mezzi per aiutarmi. Ho quindi cominciato la ricerca all’Estero”. Alla fine si è rivolta alla Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota dove “c’è una dottoressa che si occupa di questa tipologia di malattie. Non so quanto tempo dovrò restare nella clinica ne quanti soldi mi occorreranno ma so che i costi delle cure americane sono altissimi”. Serena dovrà probabilmente assentarsi per molto tempo dal lavoro: è medico specializzando in Igiene e medicina preventiva, presso l’ospedale di Terni. “Fortunatamente ho colleghi e professori molto disponibili, che mi sono sempre stati vicino”.

La gratitudine di Serena è per tutti coloro che si stanno dando da fare per lei e per chi sta contribuendo con donazioni o partecipando agli eventi benefici in suo favore: “Non mi aspettavo tutta questa solidarietà, è bellissimo. Ringrazio tutto il mio paese, dalla prima all’ultima persona, e tutte le persone che non mi conoscono e mi stanno comunque aiutando. Senza loro io e i miei genitori ci saremmo certamente dovuti indebitare. Posso affrontare il viaggio della speranza con più serenità”. Serena specifica: “La mia ultima speranza perché so che altrove non hanno risposte e non possono aiutarmi”.

Alla pagina Facebook “San Gemini tifa Serena” ci sono tutte le informazioni per effettuare donazioni o partecipare ad uno degli eventi benefici in suo favore.

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