Imbottigliamento acqua Fabia a rischio, sindacati: ”Azienda faccia chiarezza, Regione sia garante”

Chiarezza da parte dell’azienda e interessamento della Regione: è quanto tornano a chiedere Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil in merito alla situazione della Sangemini, principale azienda agroalimentare del ternano con 130 dipendenti e 70 milioni di euro di fatturato. A preoccupare i sindacati è la possibilità che l’attività di imbottigliamento di acqua Fabia sia trasferita a stabilimenti in Trentino Alto Adige con conseguente abbandono di quelli ternani (qui l’articolo).

Stamani in una conferenza stampa i segretari territoriali delle tre sigle, Michele Racanella Flai Cgil), Simone Dazi (Fai Cisl) e Pierluigi Cecchini (Uila Uil), hanno evidenziato lo stato di preoccupazione e incertezza che attraversano i lavoratori dopo le voci, circolate con insistenza negli ultimi tempi, su possibili interessi dell’azienda lontani dal territorio umbro. “Voci che – dicono i sindacati – restano tali, ma che l’azienda deve comunque smentire con i fatti, soprattutto mettendo sul tavolo un piano industriale serio e condiviso e tornando ad investire in pubblicità, in promozione e nella manutenzione degli impianti dei siti umbri, che necessitano assolutamente di interventi rilevanti”.

“San Gemini è la Ferrari delle acque minerali e non si può far andare una Ferrari con il motore di una Cinquecento” hanno detto metoforicamente i tre segretari, chiedendo che la Regione, che è anche il soggetto che assegna le concessioni per lo sfruttamento dei bacini acquiferi, “faccia da garante in questa situazione, anche per superare voci e indiscrezioni che non fanno altro che alimentare preoccupazione e scontento in fabbrica”.

I rappresentanti della rsu, a loro volta, hanno ricordato che dal 2006 ad oggi, sotto l’attuale proprietà, i posti di lavoro si sono ridotti di 40 unità: “Siamo arrivati ai minimi storici – hanno osservato – è tempo che questa azienda dia qualcosa al territorio da cui ha avuto moltissimo”.

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