Intervista a Zerbini cantante degli Altoforno: ”La ternitudine come riscatto”

Siamo andati a fare un’intervista all’avvocato Lorenzo Zerbini, una delle voci di uno dei gruppi più rappresentativi di Terni: gli Altoforno.

Caro Lorenzo quando e come nascono gli Altoforno?

Gli Altoforno nascono nel luglio del 1995, per caso, andando alle ex-officine Bosco per un’esibizione di Karaoke. Poi sai, la calura, la passione per la musica e i fumi dell’alcool protagonisti hanno fatto sì che il cantante durante “Cerco un centro di gravità permanente” di Battiato abbia improvvisato il ritornello “Con un rotto te faccio la permanente” provocando l’ilarità generale e il pieno di applausi per la spontaneità e la simpatia.

E poi?

Gli organizzatori della festa, colpiti dal successo inaspettato, ci hanno rinvitato il giorno successivo pregandoci di portare altri pezzi “riarrangiati” alla nostra maniera. Questo successo imprevisto ci ha dato l’input per iniziare a redigere una nostra produzione.

Mi parli del primo concerto, e delle vostre successive esibizioni?

Il nostro primo concerto ha avuto luogo l’ 8 luglio del 1995 presso la parrocchia di Campomaggiore, da li in poi ci siamo esibiti per circa 150 esibizioni tra Umbria e Lazio arrivando persino in zona perugina come a Collazzone o a Foligno.

Il più lontano da Terni?

Un concerto a Pavia tramite Radio Deejay.

Il concerto più significativo?

Amiamo tutti i nostri concerti, in quanto ognuno ha un’emozione che lo rende speciale, ma credo che il decennale della nostra costituzione il 13 luglio del 2005 realizzato all’Anfiteatro Fausto di fronte a 2000-3000 persone abbia un posto di rilievo sopra a tutti.

Raccontaci qualche aneddoto della serata…

E’stata una serata irripetibile. (ride) Ad esempio abbiamo assegnato il premio delle tre P di Terni (Picchia – Pallone – Pampepato). Il premio pallone è stato consegnato a Ivano Mari per tributare un riconoscimento ad una istituzione del calcio ternano anche se radiofonico e televisivo. Il premio Pampepato è stato assegnato al titolare della pizzeria storica di Terni ovvero Elio (Pizzeria di Piazza Solferino – Piazza dei Bambini). Il premio picchia è stato assegnato ad una ragazza a caso tra la folla cui le abbiamo donato un mazzo di fiori.C’era talmente tanto afflusso di gente che addirittura il sindaco Raffaelli arrivato in ritardo non ha potuto presenziare la nostra esibizione dicendo “Vado via perché non posso entrare”Nella trans agonistica dell’evento addirittura si sono invertiti i ruoli a livello di responsabilità familiare. Una mamma entrando al nostro evento si è dimenticata il figlio all’entrata così ricordo lo speaker che richiamava la mamma all’ordine “ La signora Gianna è attesa all’uscita dal figlio Marco”. (ride)

Produzione ufficiale degli Altoforno?

La nostra produzione artistica ufficiale consta di un cd omonimo “Altoforno” del 2009, e un libro dal nome “Ternitudine” edito da Tyrus (1997)

La vostra band da quanti elementi è composta?

Abbiamo MANOLO RAGGI alla batteria, CHRISTIAN PRATOFIORITO alle tastiere, MARCO BOBBI al basso, ELVIS DAMIANO alla chitarra. Abbiamo una serie interminabile di voci: io LORENZO ZERBINI (Lu zirbia), mio fratello MATTEO ZERBINI (medeo), PAOLO BALISTRERI (lu boccia), FABIO LAMPERINI (Pedrinho), MASSIMO SORCI (Poldo), LUCA COLONNELLI (Lu professore), GIAMPAOLO VANTAGGI (Giampot), GABRIELE BATTISTONI (Lu nonno), CLAUDIO FIOCCHI (Mocio), STELVIO FILIPPONI (Ziplox), MARCO MARIANI (avvocato)

Quali sono le canzoni degli Altoforno cui ti senti più legato e significative della vostra storia?

Senza dubbio La Ternitudine, L’Ateneo che non c’è, Ausilia, Porcamadoro, Da Lu Cinese

Ci racconti del plagio di Radio Deejay?

Era una domenica pomeriggio del 2004 ed io stavo in ripresa dopo un sabato sera “devastante”. Mi suona il telefono di casa, in quanto il cellulare era categoricamente spento, ed un mio amico mi avverte che a Quelli che il calcio Nicola Savino e Diggei Angelo stavano mettendo “Perdere i capelli”. Allora mio fratello ha inviato una mail a Radio Deejay allegando il proprio numero di cellulare, specificando che ci sarebbe piaciuto che avessero riconosciuto almeno la paternità della nostra cover.

Poi?

Eravamo allo stadio il lunedì successivo seguendo la Ternana in un posticipo serale quando Diggei Angelo ha telefonato a mio fratello, che non credendogli gli ha risposto “Se tu sei Diggei Angelo io sono Ivan Graziani”. (ride). Invece era proprio lui dalla redazione di Radio Deejay che ci invitava alla sua trasmissione poiché erano stati subissati di mail di telespettatori ternani che invocavano la paternità della nostra canzone. Siamo andati in redazione di Radio Deejay e abbiamo conosciuto tutti: Linus, Fargetta e abbiamo cantato Fanghi, La ternitudine e Perdere i Capelli. Abbiamo anche espresso la nostra solidarietà ai lavoratori cassaintegrati dell’Acciaieria.

Non credi Lorenzo che il concetto della Ternitudine sia un po’ cambiato nel tempo?

Mi piace distinguere due concetti: ternanità e ternitudine. La ternanità è l’accezione più semplice del termine. Un’appartenenza per la mera cittadinanza ternana. Ternitudine è un concetto più complesso e vario: tratta dell’obbligo morale di migliorare le peculiarità e i punti fermi della nostra città, cercando di provocare una reazione, un riscatto. Perché Terni non è solamente una città di pendolari e di operai, è molto altro. Noi vogliamo far riscoprire ed amare le caratteristiche della nostra città che ha molto da dare ed è stata disprezzata ed usata da una classe politica miope.

La politica a Terni quindi è stata miope?

Aldilà dello schieramento politico, noi abbiamo avuto un’elite politica che non ha fatto in modo e in maniera che i ternani si innamorassero della nostra città. Credo inoltre che la classe politica passata e odierna non riesca a percepire i valori di Terni e per l’appunto della “Ternitudine”.

Che ne pensi dell’operaio che invece di andare a caccia o a pesca come da tradizione, se ne va con i pantaloni D-Squared e la giacca di DeG in Via Fratini?

La gente emula quello che vede nei mass-media in quanto nella società odierna ciò che conta è l’immagine, come appari e passa in secondo piano quello che sei in realtà. Noi con le nostre canzoni genuine e goliardiche vogliamo far riscoprire le peculiarità precipue della nostra splendida città fregandocene dell’italiano ed utilizzando il nostro simpatico dialetto che è portatore della nostra storia e della nostra tradizione.

Prossimi progetti?

Guarda stiamo inscenando come da nostra tradizione un’emulazione distorta di un classico ovvero “Colazione da Tiffany” con Audrey Hepburn, lo plasmeremo in un musical dedicato alla casa di risposo della Polymer “Tiffany” chiamandolo “Pannolone a lu Tiffany” (rido io)

Un’ ultimo racconto esilarante per i nostri lettori?

Stavamo facendo un pranzo di pesce a Montalto, tutti gli Altoforno insieme alle famiglie, quando ad un certo punto dalla radio in filodiffusione parte “Audio 2 – Sono le Venti” alchè uno dei bambini ha detto: “Papà senti, vi hanno ricopiato la canzone” (ride)

Altoforno in un concerto di solidarietà per gli operai Basell
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