Italia Nostra: ”Di Girolamo attacca pm, prima vada in Procura a chiarire sua posizione”

1

italia-nostraIl vicepresidente di Italia Nostra Umbria, Andrea Liberati, interviene nel dibattito sulla legalità nella città di Terni. In una nota critica duramente il sindaco Leopoldo Di Girolamo invitandolo anche a chiarire in Procura la sua posizione circa la vicenda del finanziamento pubblico a Radio Galileo.

Il comunicato di Andrea Liberati:

“Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce”. E’ Natale, il profeta Isaia indica il cammino, ma la conversione è lontana. Anche e soprattutto a Terni, considerando in cosa si sia prodotto il sindaco Di Girolamo in queste ore contro un magistrato della locale Procura.

Eppure era stato lo stesso Comune –tramite il Nucleo operativo anticorruzione- a invitare il PM a parlare innanzi a un pubblico di giovani. Il magistrato, che non ha mai rilasciato interviste, ha doverosamente preteso dai ragazzi di fare ‘attenzione’ a certe contiguità con Roma e Napoli.

Di Girolamo, lo stesso che non ha ancora chiarito nelle dovute sedi la sua posizione sulle erogazioni milionarie a una radio di presunto partito, anziché ammettere che la piovra di mafia capitale è tra noi da un bel pezzo, come mostra il caso Mancini-inceneritore ACEA, ha subito invocato un’assurda censura del PM.

E’ però necessario rivelare per tempo ai nostri giovani i gravi motivi per cui non troveranno lavoro, le ragioni per cui i soldi non ci sono, le cause per le quali il patrimonio culturale è in pezzi: abbiamo –quando va bene- dei gran ladroni in casa, più spesso delinquenti impuniti nei partiti e persino nella chiesa, come ricorda Papa Francesco e come dimostra il caso della diocesi di Terni.

Grazie all’arrendevolezza dello Stato, non ci sono più lupara e coppole: la Lombardia come la Sicilia, Perugia come Terni, sono infiltrate da una mafia in doppiopetto, istituzionalizzata: “E’ Stato la mafia”, ha scritto in modo ficcante Marco Travaglio in copertina a un noto libro di inchiesta. E, dopo decenni di nomenclature corrotte, se Atene piange e Sparta non ride, se Roma è marcia, Terni è putrida: all’ombra della provincia le turpitudini si nascondono meglio, specie laddove i dirigenti statali fossero commensali (abituali?) di soggetti indagati o addirittura portati a processo dalla stessa Procura, episodi lunari, ridicoli che si registrano nella repubblica bananigena di Terni.

Brani significativi della nostra classe dirigente si nutrono poi di clientelismi paramafiosi che, da tempo, spaziano dalla grande industria alla cooperazione, con appalti apparentemente tailor made assegnati spesso alle stesse imprese e famiglie. Ecco perché quel PM ha ragione: Terni non è libera, perché la mafia bianca, quella in doppiopetto, si è pure evoluta, riuscendo ad aggirare leggi e sanzioni.

Un’omertà culturalmente mafiosa che si ritrova poi su altri fronti, come l’aver nascosto per anni (decenni?) le diossine negli alimenti e il cromo VI nelle falde acquifere della discarica e nel Nera.

Chiediamo dunque che:

1) nell’interesse suo, delle imprese radiotelevisive tutte e della collettività, Leopoldo Di Girolamo sia rapidamente sentito e giudicato sulla questione dei finanziamenti all’editoria;

2) siano allontanati da Terni dirigenti statali commensali di soggetti indagati/processati.

“Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce“: è Natale e il profeta Isaia indica il cammino. La conversione è possibile, ma ancora lontana.

CONDIVIDI
  • bautista

    FATEMELO VEDE IN GALERA STU CAMORRISTA AMICO DELLE COOP ROSSE