Italia Nostra e WWF: ”Microabusivismo edilizio, Terni sembra un villaggio di pescatori norvegesi”

Il microabusivismo edilizio dilaga e Terni appare ormai come un villaggio di pescatori norvegesi: lo sostengono Andrea Liberati di Italia Nostra e Giuseppe Rinaldi del WWF, che criticano la mancanza di senso estetico, le facciate multicolore di tanti edifici e altre brutture sparse per la città. I due, in una nota congiunta corredata da foto, auspicano che il Comune prenda provvedimenti.

Questo il comunicato di Italia Nostra Terni e WWF Terni e le relative foto:

Terni o villaggio di pescatori norvegesi? Espressioni kitsch o senso del bello? Libertà pseudo artistica o armonia architettonica e dei colori?

Sarebbe bene che il Comune intervenisse su quanto sta accadendo in città, d’intesa con la Soprintendenza ai Beni Architettonici dell’Umbria. A Terni, infatti, molto, forse troppo, sembra lasciato alla fantasia dei privati (si veda la facciata aragosta di Via Mazzini, con imposte dalla tinta multiverde; si gusti l’esterno da Grande Puffo blu di uno stabile di Via San Valentino), ma anche di enti pubblici (si cerchi l’intruso di Via Papa Zaccaria, facendo riferimento al contrasto tra la tonalità pisello della Scuola primaria di San Valentino e i colori tenui della prospiciente basilica). Ben poco spazio è riservato al rispetto della congruità estetica in una visione d’insieme che salvi l’identità culturale della città.

L’affastellarsi di stacchi cromatici in una dimensione variocolor è forse ideale in un villaggio di pescatori norvegesi (nemmeno a Rapallo!), non in un capoluogo italiano e, tanto meno, a Terni, che nessuno comunque vuole mantenere grigia, come sembrano voler dire certe facciate sporche e cadenti del centro storico e delle periferie. Ma per combattere lo spleen, tuttora vivo, della città perduta, di questa Terni-Atlantide mutilata dalla guerra, non è utile tirarsi addosso la vernice! Esiste invece un piano del colore che occorre rispettare anche con riferimento agli infissi e agli oscuramenti, perché l’attenzione al particolare è uno dei riconosciuti elementi di attrazione per visitatori e residenti di ogni città.

Occorre poi evitare che in centro, così come nelle antiche municipalità, a partire da Collescipoli, antenne satellitari, caldaie e condizionatori spuntino come velenosi funghi su edifici anche di riconosciuto rilievo storico. Ad esempio, il palazzo della Provincia di Terni, bene di interesse culturale ex lege, è attaccato da una specie aliena, quella dei condizionatori, presenti a decine: trattasi di caso di scuola da sottoporre quanto prima all’attenzione del Ministero per i Beni e le Attività culturali.

Su antenne, caldaie e condizionatori non adeguatamente installati, il Comune di Terni aveva previsto una moratoria, scaduta il 31 dicembre scorso: desideriamo ora il pieno rispetto della legge, anche a vantaggio di coloro che hanno correttamente rispettato le norme. No a multe, dunque, ma l’auspicio acché il Comune invii agli interessati un avviso bonario di trenta/sessanta giorni entro cui rimuovere gli impianti, eliminando così un fenomeno di microabusivismo che sta zavorrando la comunità non soltanto sul mero piano estetico.

Superiamo lo storico spleen di Terni nel modo giusto, intossicando la città di senso del bello, volgendo gli occhi alla cultura del sublime che può bene orientarla, a quel che apre la mente e il cuore, respingendo azioni individuali bizzarre e non coordinate. L’assessorato all’Urbanistica del Comune di Terni potenzi intanto la vigilanza edilizia proprio in direzione del ripristino e della conservazione dei manufatti. Sarebbe un’iniziativa feconda non solo a livello architettonico, ma anche per una rinnovata cultura della legalità.

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