La polizia di Terni festeggia il santo patrono Michele Arcangelo, messa di monsignor Vecchi

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festeggiamenti-polizia-terni-san-micheleCome ogni anno il 29 settembre, nella religione cattolica, è il giorno dei festeggiamenti in onore di San Michele Arcangelo. Oltre a tutte le persone che si chiamano Michele, il santo è festeggiato dalla Polizia di Stato in quanto patrono del corpo, scelto a rappresentare “la lotta che il poliziotto combatte tutti i giorni, con impegno professionale, al servizio del prossimo, per l’ordine, l’incolumità delle persone e la difesa delle cose”.

Per l’occasione in mattinata, presso la chiesa di San Salvatore di Terni, è stata celebrata una santa messa alla presenza del questore Carmine Belfiore e delle più alte autorità istituzionali civili e militari. L’eucarestia è stata presieduta da Monsignor Ernesto Vecchi, vescovo amministratore apostolico della Diocesi di Terni – Narni e Amelia ed è stata concelebrata dal Pro-vicario Generale Monsignor Francesco De Santis, da don Francesco Fontana, moderatore della Curia, da don Marco Baroncini e da don Vincenzo Greco.

Tra le altre autorità cittadine erano presenti il prefetto di Terni, il sindaco di Terni, il presidente della Provincia, il presidente del tribunale, il Procuratore della Repubblica ed i vertici di tutte le altre forze di polizia. Dopo la cerimonia religiosa, presso la sala riunioni della questura, sono state consegnate dal questore di Terni medaglie ricordo al personale andato in quiescenza nell’anno corrente. E’ stata l’occasione per ringraziare gli ex-collaboratori per l’impegno profuso durante tutta la loro permanenza nella Polizia di Stato e per la loro continua vicinanza all’istituzione. Nel dettaglio il riconoscimento è stato consegnato a:

  • sostituto commissario Fabio Egidi;
  • ispettore superiore Maurizio Ballesi;
  • ispettore superiore Maurizio Lucchi;
  • ispettore superiore Emilio Ribiscini;
  • ispettore superiore Salvatore Toli;
  • ispettore superiore Enrico Zomparelli;
  • ispettore capo Marco Possamai;
  • sovrintendente capo Maurizio Garbuglia;
  • sovrintendente capo Rodolfo Petrini;
  • sovrintendente capo Feliciano Merendoni – sezione polizia stradale di Terni;
  • sovrintendente capo Tiziano Borseti, sovrintendente Palmiro Pioli – commissariato di Orvieto;
  • assistente capo Meleda Magi.

Omelia. Monsignor Vecchi ha offerto un’omelia profonda e lucida, piena di citazioni ma estremamente chiara. In uno dei passaggi ha affermato: “Non si può continuare a concepire la democrazia come se Dio non esistesse: i guai di questa impostazione sono sotto gli occhi di tutti. ‘Senza Dio l’uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia. La questione sociale, che non può prescindere dal rispetto della legge e dell’ordine pubblico come valore civile, dunque, è diventata una questione antropologica’, nel senso che la ragione, sedotta dal progresso tecnologico, rischia di perdersi nell’illusione della propria onnipotenza”.

“La nostra democrazia, oggi, soffre di una crescente ‘complessità’ e si trova in affanno, per il prevalere degli interessi di parte, portati all’esasperazione dalle crescenti pressioni lobbystiche. ‘Una democrazia – lo ha detto Papa Francesco – è senza futuro se rimane chiusa nella pura logica o nel mero equilibrio di rappresentanza di interessi costituiti’. È ciò che sta accadendo in Italia in questo momento e la gente è sempre più disorientata da una politica che gioca allo sfascio ed è capace soltanto di parlare di diritti individuali e non di doveri verso il bene comune. Pertanto è necessario mettere all’ordine del giorno un profondo esame di coscienza. Quanti, in una Nazione, hanno un ruolo di responsabilità, sono chiamati ad affrontare il futuro ‘con lo sguardo calmo di chi sa vedere la verità’. Lo ha detto il pensatore brasiliano Alceu Amoroso Lima, citato da Papa Francesco”.

“Coloro che oggi sono protagonisti e che in qualche modo ‘fanno cultura’ e incidono sulla compagine sociale hanno bisogno di riflettere più in profondità e di riposizionare il loro apporto alla promozione culturale. Non basta più la chiave di lettura ‘destra o sinistra’, come non basta più il confronto multiculturale imperniato sull’equidistanza delle opinioni. Del resto anche l’epoca dei liberi pensatori, chiusi in se stessi, è tramontata. Occorrono uomini e donne di pensiero e di azione, capaci di correttezza e trasparenza argomentativa, per raccordare in modo costruttivo il rapporto fede/ragione e così instaurare un’autentica prassi democratica”.

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