Lago di Piediluco, inquinata una zona su quattro ma resta balneabile

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Lago di Piediluco di _bri_Nel lago di Piediluco, su quattro aree campionate, c’è n’è una inquinata. E’ emerso ieri mattina nella sala del Consiglio provinciale di Terni dove sono stati presentati i risultati del monitoraggio effettuato dal laboratorio mobile Goletta dei laghi di Legambiente.

I parametri indagati sono stati microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità). Quattro le aree campionate: canale a sinistra del Rio Medio Nera e sotto il cimitero vecchio del braccio Ponticelli, Raccio di Ara Marina di fronte al Centro nazionale remiero, estremità sud del braccio Cornello. Una, quella del canale a sinistra del Rio Medio Nera del braccio Ponticelli, è risultata inquinata. Nei dintorni di quell’area i risultati sono vicini ai limiti consentiti per legge. Entro i limiti i risultati relativi alle altre tre zone, anche se, in generale restano da risolvere criticità comportate dal depuratore di Labro.

La perplessità riguarda la mancanza di rassicurazioni su possibili conseguenze per la salute. Gli inquinanti riscontrati sono pericolosi per l’uomo o “solo” per l’ecosistema? Un aspetto di non poco conto poiché il lago di Piedilugo è balneabile. E’ consigliabile che bambini facciano il bagno in acque con valori troppo elevati o che rientrano di poco nei limiti di legge? Domande che, al momento, le istituzioni locali sembrano non essersi pubblicamente poste.

In merito alle analisi l’assessore provinciale Fabrizio Bellini ha affermato: “Si tratta di un’iniziativa importante perché consente di avere un quadro di riferimento oggettivo, basato su effettivi riscontri, su cui potere lavorare coinvolgendo altre istituzioni, le imprese e la popolazione. In materia ambientale sta mettendo insieme piccole tessere di un mosaico più ampio in collaborazione con le Province di Perugia e di Rieti e l’Autorità di bacino del Tevere”.

Alessandra Paciotto, presidente di Legambiente Umbria, si è soffermata sull’urgenza di interventi per tutelare l’ecosistema: “In mancanza di interventi di abbattimento e contenimento dei carichi inquinanti provenienti dal canale del Medio Nera, anche per la presenza di numerose troticolture della Valnerina, e dal Reatino si continua correre il rischio di compromettere irreversibilmente la vita acquatica. Crediamo – ha aggiunto – che solo tramite la messa a sistema del patrimonio di tutte le risorse idriche presenti nel territorio e la costituzione di una rete delle aree protette e dei parchi, cioè di un grande parco interregionale delle acque, sia possibile ripensare un vero progetto di riqualificazione e rilancio dell’intera area”.

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