L’ex Centro Multimediale sempre più in crisi (di soldi). Dipendenti verso la cassa in deroga

Sembra che non bastino più le iniezioni di liquidità fornite da Palazzo Spada per tenere in vita l’Usi, l’ex Centro Multimediale di Terni, che da tempo è per il 98% di proprietà del Comune.

L’ultima, in ordine di tempo, si aggira intorno ai 194 mila euro, elargiti dalle casse comunali come compenso per il servizio di gestione e postalizzazione delle multe stradali. Nonostante la continua tenuta a galla da parte di Palazzo Spada, l’Usi, insieme al suo presidente Piccioni, si trova a dover prendere una decisione: o attuare un piano di rilancio oppure chiudere tutta la baracca.

Di fatto i soldi non ci sono ed i primi a pagare per una gestione forse non impeccabile saranno sicuramente i dipendenti. Già alla fine dello scorso anno non sono stati rinnovati 7 contratti in scadenza trovandosi allo stato attuale con 45 dipendenti: 5 sono “categoria protetta”, non in grado di lavorare, due sono stati distaccati rispettivamente in Comune e in Aspasie mentre 12 sono part-time.

Dipendenti a cui, purtroppo, non gli è ancora stata pagata la tredicesima del dicembre scorso. Due sono i fattori che incidono pesantemente sulla questione Usi: la prima è che il Comune deve ancora liquidare un paio di milioni di euro mentre la seconda, è la presenza di progetti di rilancio per la struttura rimasti nel dimenticatoio come la famosa cartella clinica informatica o lo svolgimento di alcuni compiti effettuati da Equitalia.

Non c’è da meravigliarsi se nel recente vertice aziendale si è vagliata l’ipotesi della cassa integrazione in deroga per i dipendenti. Un’ipotesi che si potrebbe concretizzare nel breve tempo se non venisse attuato alcun piano di rilancio. In merito a ciò, questa settimana è previsto un incontro tra il vicesindaco Paci, i vertici dell’azienda e i sindacati di categoria.

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