L’Ordine degli avvocati di Terni contro le liberalizzazioni di Monti: danni per la professione

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L’Ordine degli avvocati di Terni partecipa alla protesta indetta dal Consiglio nazionale forense contro le liberalizzazioni del governo.

Alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario di oggi presso la Corte d’Appello di Perugia è stato inviato in rappresentanza un solo avvocato, mentre il presidente dell’Ordine ternano Renato Chiaranti ha tenuto una conferenza stampa per far presenti “le forti lamentele relative alla grave situazione che si prospetta con l’introduzione delle nuove norme”.

Chiaranti ha infatti sottolineato che le critiche della categoria non sono dovute “ai possibili danni per la professione, ma sono volte a tutelare il cittadino nei confronti dei poteri forti”. L’abolizione del tariffario, ad esempio, secondo l’Ordine degli avvocati del foro ternano, “è una decisione molto grave, non solo per quanto riguarda le tariffe minime ma anche per le massime, che potrebbe dar luogo ad un abuso di potere da parte dei professionisti”.

Secondo l’avvocato Enrico De Luca, anche lui membro del consiglio dell’Ordine, “l’obiettivo di ridurre i costi è in contrasto con quanto fatto fino ad oggi. I costi sono cresciuti di molto, tenuto anche conto dell’aumento del contributo unificato. Gli avvocati, inoltre, vengono considerati alla stregua di un’impresa commerciale, vista la possibilità introdotta dal decreto di istituire società di capitale che potranno essere costituite anche da persone che fanno un altro lavoro. Così si sminuisce la professione”.

Nel corso della conferenza stampa di oggi il consiglio dell’Ordine di Terni (al quale sono iscritti 560 avvocati, oltre a 130 praticanti) ha anche fatto il punto sulla situazione locale. Preoccupazione è stata in particolare espressa in merito ai recenti trasferimenti di tre giudici dell’area civile del tribunale di Terni (si tratta di Maria Laura Paesano, Fabrizio Riga e Carmelo Barbieri) che ancora non sono stati rimpiazzati. “In una situazione del genere – è stato sottolineato – il presidente della sezione penale Massimo Zanetti, solo per fare un esempio, sarà costretto ad occuparsi anche di sfratti, mentre solo le cause del lavoro più urgenti verranno affrontate”.

Per quanto riguarda l’organismo di mediazione introdotto nel marzo scorso: su 93 conciliazioni richieste fino ad oggi solo in nove casi sono stati raggiunti accordi tra le parti.

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