Maxi-operazione contro immigrazione clandestina: arresti e denunce anche a Terni

Attraverso l’utilizzo di documenti falsi, fornivano la possibilità a cittadini albanesi di entrare illegalmente nel territorio britannico passando prima per l’Italia. Questa l’attività criminale di un’organizzazione italo-albanese, smantellata ieri dalla polizia di frontiera di Fiumicino, in collaborazione con le questure di Terni, Viterbo, Latina, con la polizia di Ciampino e di Civitavecchia, e il reparto prevenzione crimine del Lazio. L’organizzazione, secondo gli investigatori, chiedeva dai sei mila ai dieci mila euro per l’espatrio illegale dall’Albania, riuscendo a far entrare in Gran Bretagna, passando dall’Italia, una media di 5/7 persone a settimana.

Le indagini, iniziate nell’ottobre del 2102, hanno portato complessivamente all’arresto di 21 persone, di cui 13 solo nella mattinata di ieri, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Inoltre, sempre per lo stesso reato sono state denunciate 40 persone e 120 sono state raggiunte da avvisi di garanzia. Nel dettaglio, l’organizzazione criminale chiedeva dai 6 ai 10 mila euro per l’espatrio illegale dall’Albania, riuscendo a far entrare in Gran Bretagna una media di 5/7 persone a settimana, tutti albanesi di giovane età.

In merito all’operazione svolta dalla polizia di Terni, il bilancio è di un arresto, quattro denunce a piede libero e due obblighi di dimora. Le attività sono iniziate nella notte di mercoledì. In totale sono stati impegnati 15 agenti che hanno perquisito sei abitazioni in città e nel comune di Amelia. Nel territorio amerino, nello specifico, è stato arrestato un cittadino albanese di 27 anni mentre per la moglie, connazionale di 21 anni (con precedenti penali per favoreggiamento dell’ingresso illegale), è stato disposto l’obbligo di dimora. La coppia è risultata essere regolare in Italia da diversi anni oltre ad avere una bambina piccola. Obbligo di dimora anche per un altro albanese di 26 anni, muratore e residente regolarmente sempre ad Amelia, anche lui come gli altri perfettamente integrato nel contesto sociale.

Sono residenti a Terni, invece, altre quattro persone denunciate: tutti giovani italiani poco più che ventenni, di cui uno naturalizzato di origini ucraine, disoccupati o con lavori saltuari. Sono accusati di aver venduto i loro documenti di identità dopo averli denunciati come smarriti. Uno di loro ha anche ammesso di non aver mai preso gli 800 euro che gli erano stati promessi per il suo passaporto e la sua carta di identità dichiarando: “Mi hanno offerto da bere e non mi hanno più dato i soldi e io non ho insistito perché ho paura degli albanesi”. Un altro invece, con dei precedenti per furto, ha detto di aver ricevuto 200 euro per la carta di identità. Durante le perquisizioni, infine, sono state sequestrate decine di telefoni cellulari, pc e tablet.

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