Morte di Bianchina: processo per due dirigenti Thyssen accusati di omicidio colposo

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Andranno a processo. Il direttore dello stabilimento della Thyssenkrupp di Terni Antonio Bufalini e il dirigente responsabile area tecnica e servizi Walter Maffeo sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo per la morte dell’operaio trentunenne Diego Bianchina.

L’incidente era avvenuto all’interno della zona emulsione acidi dell’acciaieria il primo dicembre 2009. Al giovane era stato chiesto di trasferire dell’acido cloridrico in una cisterna. La tanica però non era vuota: sul fondo c’era una piccola quantità di Insol, una soluzione composta anche da sodio solfidrato. Quest’ultimo fece reazione con l’acido cloridrico generando idrogeno solforato con il rilascio di vapori acidi. Le esalazioni tossiche furono fatali a Diego.

Nel corso del processo, che si aprirà il 25 ottobre prossimo, anche la multinazionale tedesca sarà chiamata a comparire per rispondere della presunta violazione delle norme relative alla predisposizione dei piani di sicurezza e di rischio.

I legali dei due dirigenti e della Thyssen – gli avvocati Ezio Audisio, Andrea Garaventa, Cesare Zaccone e Antonio Giannini – avevano chiesto il non luogo a procedere. Entrambi si proclamano infatti estranei agli addebiti. La procura contesta invece ai due – che al momento dell’incidente avevano assunto le loro funzioni da pochi giorni – di non avere ridotto i pericoli relativi all’operazione di travaso degli acidi compiuta, in contenitori non bonificati, da parte di Bianchina.

Nell’ambito della stessa indagine – coordinata dal sostituto procuratore Barbara Mazzullo – altri tre quadri intermedi dello stabilimento ternano, accusati sempre di omicidio colposo, avevano patteggiato nel maggio scorso la pena a un anno di reclusione ciascuno davanti al gup.

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