Narni, patto tra Comune e Arci: immigrati effettuano lavori di manutenzione

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immigrati-Comune-Narni-Arci (2)In questi giorni ha preso vita un patto di collaborazione tra Comune di Narni e Arci provinciale per l’integrazione dei migranti. Il patto prevede la cura e la rigenerazione dei parchi, dei giardini e dell’arredo urbano del territorio narnese attraverso piccoli lavori di manutenzione e miglioramento: un’iniziativa che coinvolge gli stranieri del progetto Sprar – emergenza sbarchi che si prefigge anche di dare un aiuto concreto all’integrazione.

immigrati-Comune-Narni-Arci (1)Gli ospiti gestiti dall’Arci si stanno occupando di piccole manutenzioni al verde e alle strutture urbane che necessitano di interventi di miglioramento. A cominciare dal Parco dei Pini di Narni Scalo e dalla nuova caserma dei carabinieri di prossima apertura al centro storico.

“Migliorare la conoscenza reciproca tra cittadini italiani e stranieri”, secondo Comune e Arci, è uno degli scopi principali dell’iniziativa “anche per contrastare fenomeni di intolleranza o conflitto tra collettività straniere e società di accoglienza o tra differenti collettività straniere e sviluppare le capacità tecnico-progettuali delle associazioni di migranti. Con il progetto si recuperano nel contempo spazi pubblici con finalità sociali e si migliora l’estetica del paesaggio urbano”.

immigrati-Comune-Narni-Arci (3)Il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, e il presidente di Arci Terni, Francesco Camuffo, affermano: “L’iniziativa punta a dare un aiuto agli stranieri per farli integrare con il territorio e la comunità. E’ un modo per farli conoscere, per farli sentire meno distanti e per aiutarli anche a prendere confidenza con la lingua italiana. E’ anche un modo concreto per uscire dalle retoriche ed entrare nel campo della conoscenza. Ci sono infatti molti beneficiari dei progetti interessati al volontariato e alla formazione, c’è voglia di conoscere l’Occidente iniziando dal nostro Paese e c’è voglia di impegnarsi. Lo scambio reciproco permette inoltre anche a noi italiani di conoscere meglio mondi distanti”.

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