Oggi decisione su rifiuti e inceneritore, associazioni Orvieto: ”Finta differenziata e finirà tutto in discarica”

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Oggi si decide sulla gestione dei rifiuti nel ternano e quindi sulla chiusura o riapertura dell’inceneritore di Maratta: i sindaci dell’Ati4 sono chiamati ad approvare il piano d’ambito. L’orientamento espresso più volte dal sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, è quello di rinunciare all’incenerimento e il voto di oggi dovrebbe mettere una pietra tombale sull’impianto Acea. Tutto bene? Nemmeno per sogno, da Orvieto arriva una forte e motivata protesta manifestata da molte autorevoli associazioni: “Perché l’inceneritore di Terni no e la discarica di Orvieto sì?”

A manifestare il proprio dissenso sono: Associazione Amici della Terra Club di Orvieto, Associazione Italia Nostra Orvieto, Associazione Accademia Kronos Umbria, Associazione WWF sezione di Orvieto, Associazione Altra Città Orvieto, Comitato Interregionale Salvaguardia Alfina (CISA) Orvieto, Associazione sviluppo sostenibile e salvaguardia Alfina Acquapendente, Comitato P.D. dalla Specul. del Fotovoltaico Selvaggio C.Giorgio, Associazione La Renara per l’ecosviluppo del territorio Castel Giorgio, Rete Salvaguardia Territorio (Re.Se.T.) Bagnoregio, Comitato tutela e valorizzazione Valli Chiani e Migliari Ficulle.

Difficile dar loro torto quando scrivono che, se le informazioni fin qui trapelate si rivelassero corrette, “la discarica di Orvieto risulterebbe di fatto l’unico e sostanziale impianto per lo smaltimento finale dei rifiuti a scala provinciale, o addirittura regionale, se teniamo conto del fatto che anche a scala regionale non appaiono evidenti altre soluzioni”. E’ infatti ipocrita credere ad un’improvvisa impennata della raccolta differenziata che, ancora oggi, a Terni è sotto il 40%. Le associazioni di Orvieto giudicano i richiami all’avvio in tempi stretti dei programmi per una raccolta differenziata utile al riciclo dei “buoni propositi ai quali non è seguito mai nulla. Anche in questo caso i proclami per l’avvento dell’era del riciclo vanno inseriti nel campo dei buoni propositi da intendersi come illusioni: una finta raccolta differenziata con pochissimo riciclo e poi tutto in discarica. I valori della raccolta differenziata, salvo rare eccezioni, sono sconfortanti e assolutamente in contrasto con gli obblighi di legge, compresa la realtà di Terni che in pratica contribuisce in modo importante alla saturazione della discarica di Orvieto”.

“Quindi – affermano ancora le associazioni – se nulla di concreto il Piano definisce per il tema riciclo, l’unica certezza certificata appare la sopravvivenza della discarica al 2027, e questo è addirittura offensivo. Vorremmo ricordare sia agli organismi politici provinciali, sia alle strutture istituzionali competenti (Regione, Ati4, Comuni e Provincia), sia ai sottoscrittori della citata petizione contro l’inceneritore, che l’ordine delle priorità in materia di gestione corretta del ciclo dei rifiuti annovera la discarica come terminale ultimo e finale per la chiusura del ciclo, ma dopo il ricorso all’incenerimento con produzione energetica. La chiusura del ciclo significa una piena gestione integrata dei rifiuti urbani con tutti i sistemi oggi disponibili (impianti di riciclo e di recupero di materia ed energia) riducendo a valori minimi lo smaltimento in discarica in genere inferiore al 5%, e questo non ci pare previsto dal Piano d’Ambito che dunque è insostenibile. Chi ha sostenuto la rinuncia dell’inceneritore – proseguono le associazioni – temiamo che non abbia ben chiaro a quali livelli di processi di riciclo si dovrà assoggettare per raggiungere lo stesso risultato di conferimenti in discarica”.

Le associazioni si rivolgono quindi al Comune di Orvieto chiedendo “di farsi carico della corretta gestione della discarica sulla base dei criteri sopra citati. Questo dovrebbe comportare che, se la discarica non sarà utilizzata nei termini previsti dalla normativa europea e sopra richiamati, il comune dovrà chiudere la discarica; di procedere alla individuazione di soggetti economici e industriali interessati al settore del riciclo, a partire da quelli eventualmente esistenti nel territorio, per avviare un progetto industriale finalizzato allo scopo con sostegno alla richiesta di eventuali finanziamenti pubblici disponibili; di farsi promotore in sede ATI di una fase di operazione trasparenza della gestione dei rifiuti, che possa esattamente indicare il progetto sui costi, i termini della partecipazione economica da parte del cittadino, ovvero i benefici ricavati dalla partecipazione alla differenziazione corretta dei materiali. Sarà inoltre necessario rendere di pubblica conoscenza e accessibili i dati sui quantitativi, la qualità dei materiali conferiti per il riciclo, la loro destinazione finale, le somme introitate e la loro utilizzazione”.

Ai concittadini – concludono le associazioni di Orvieto – diciamo che abbiamo riscontrato un alto livello di disinformazione o quantomeno di scarsa consapevolezza delle questioni legate a questo tema che toccano direttamente l’economia di ognuno. Scarsa consapevolezza che significa accettazione passiva di imposizioni economiche, tasse non dovute, che riteniamo ingiustificate specie nell’attuale situazione. A questo scopo riteniamo che questi temi siano di importanza tale da richiedere maggiori occasioni di discussione e condivisione”.

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