Ospedale di Terni si prepara a gestire casi sospetti di ebola

L’ebola è la paura del momento, benché le possibilità che il pericoloso virus arrivi in Italia siano particolarmente basse. Così, in tutto il Paese vengono adottati dei provvedimenti di precauzione. Anche all’ospedale di Terni si stanno predisponendo le misure necessarie alla gestione di “eventuali casi sospetti di malattia da virus ebola, al fine di garantire la massima sicurezza degli operatori, degli altri pazienti e più in generale dei cittadini che frequentano la struttura”.

L’azienda ospedaliera precisa che “l’ospedale di Terni non dovrà curare eventuali pazienti malati di ebola, in quanto su tutto il territorio nazionale sono stati individuati esclusivamente l’istituto L. Spallanzani di Roma e l’ospedale L. Sacco di Milano. Pertanto, l’ospedale di Terni dovrà soltanto gestire eventuali casi sospetti che dovessero presentarsi direttamente al Pronto Soccorso o che venissero trasferiti dal territorio ternano al reparto di Malattie infettive; una volta inviato il campione di sangue allo Spallanzani, in caso di risposta positiva (diagnosi di malattia) il paziente sarà trasferito presso lo stesso istituto di cura romano”.

La direzione medica del presidio ospedaliero sottolinea che “è altamente improbabile che in Italia, e tanto meno a Terni (in un presidio ospedaliero che non è stato individuato come ospedale di riferimento nazionale), possa verificarsi un caso di paziente malato da virus ebola: infatti, le caratteristiche della malattia non consentono ad un cittadino dell’area interessata dall’epidemia (Sierra Leone, Liberia e Guinea) malato di ebola di arrivare sul territorio nazionale se non con trasferimenti aerei e, attualmente non ci sono infatti voli diretti tra l’Italia e la zona dell’Africa interessata”. Insomma, non è proprio il caso di cedere ad allarmismi.

Se, per fortuna, è difficile che si dovranno affrontare veri casi di ebola, c’è qualche probabilità che nelle prossime settimane si potranno presentare casi cosiddetti “sospetti”, in quanto i sintomi della malattia sono piuttosto aspecifici. Spiega ancora l’azienda ospedaliera che “per evitare inutili allarmismi, sarà essenziale una precisa raccolta anamnestica da parte degli operatori sanitari che accerti se il paziente nelle ultime tre settimane proviene da uno dei tre Paesi dell’Africa occidentale o abbia avuto contatti con pazienti affetti da ebola”.

Aggiunge ancora l’azienda ospedaliera: “In base alle circolari ministeriali, alle direttive regionali e alle principali fonti scientifiche in materia, l’Azienda ospedaliera di Terni sta procedendo alla realizzazione di interventi strutturali ed organizzativi sia presso il Pronto Soccorso che presso il reparto di Malattie infettive con l’obiettivo di migliorare i percorsi assistenziali e individuare aree, separate dagli altri spazi comuni, dedicate alla specifica gestione dei cosiddetti casi sospetti. Si è proceduto inoltre all’acquisto dei dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati a garantire la massima sicurezza degli operatori che saranno coinvolti ed è già iniziata la formazione degli stessi operatori per condividere un’apposita procedura aziendale”.

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