Pensionato ternano dona un milione di euro ad Associazione Vittime Femminicidio: una bufala?

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violenza-donneUn facoltoso pensionato di Terni, recentemente ulteriormente arricchito grazie ad una vincita record al Superenalotto, ha donato un milione di euro ad un’associazione che sostiene i parenti delle vittime di femminicidio e le donne vittime di violenze. La notizia è di questa mattina, pubblicata da diversi organi di informazione online locali. A rendere noto il fatto è stata, attraverso un comunicato stampa, la stessa associazione che ha beneficiato della donazione milionaria: la Avf (Associazione Vittime Femminicidio). Una splendida notizia: con quei soldi l’associazione potrà “fornire assistenza gratuita a tutte le donne vittime di violenza”. Eppure, facendo qualche ricerca, sono sorti diversi dubbi: è forte l’impressione che si tratti di una bufala. L’associazione si è comunque dimostrata disponibile a fornire risposte alle nostre domande.

Due maxi donazioni in due giorni. Una donazione da un milione di euro per un’associazione che si occupa di tutela delle vittime, con tutte le difficoltà che simili enti hanno per reperire risorse, è praticamente manna dal cielo. Se però soltanto due giorni prima la stessa associazione aveva reso noto di aver ricevuto un’altra maxi-donazione per un importo da 750 mila euro, in questo caso da un medico di Foggia, oltre che pensare di trovarsi di fronte ad una sorta di miracolo, cominciano ad affiorare anche delle perplessità. Infatti alcuni quotidiani pugliesi soltanto due giorni fa hanno riportato una notizia che sembra molto simile a quella odierna che riguarda la Conca. Cambia il protagonista (un medico al posto di un pensionato), l’importo della donazione (750 mila euro al posto di un milione) e il luogo (Foggia al posto di Terni) ma le descrizioni dei donatori coincidono: entrambi vengono dipinti come persone che “avrebbero già elargito delle cospicue somme di denaro ad altre associazioni” e tutti e due sono arrivati a conoscere l’associazione in questione tramite uno psichiatra che collabora con Avf.

Associazione appena nata. In soli due giorni due maxi-donazioni con analoghe modalità: un record da Guiness o poco ci manca. Ma i dubbi sono aumentati approfondendo e cercando riscontri agli altri elementi riportati nel comunicato stampa. Si legge infatti che “da pochi mesi è operativa l’A.V.F., nata da poco tempo ma già operativa in alcune grandi città italiane” (verrà poi detto che è nata a marzo 2013 mentre sul loro profilo Facebook viene riportata una data ancora più recente: 15 giugno 2013). In sostanza si tratta di una neo-associazione che non ha ancora avuto il tempo di affermarsi (non stiamo insomma parlando di una Onlus famosa come ad esempio Amnesty International).

Associazione non riconosciuta. Inoltre, proprio poiché è appena nata, non ha nemmeno avuto il tempo di essere riconosciuta: in effetti non compare nell’albo della provincia di Roma ne in quello di Milano. E’ una semplice associazione non riconosciuta (come ci viene poi confermato dalla stessa Avf). Un elemento che ha un certo peso fiscale: infatti solo le associazioni riconosciute godono dell’esenzione dei tributi sulle donazioni superiori alla “modica cifra” (che diversi esperti quantificano in circa 5 mila euro). Insomma, una bella fetta di quel milione e 750 mila euro andrebbe al Fisco.

Qualche dubbio anche sulla “vincita record al Superenalotto” riportata nel comunicato visto che a Terni non si è mai verificata (ma il pensionato potrebbe comunque aver giocato una schedina altrove).

Recapiti. Inoltre i dubbi sui dati e i recapiti indicati dalla stessa Avf nel comunicato. Viene indicato il dominio di un sito internet in allestimento: in realtà il dominio non è nelle disponibilità dell’associazione. Da un semplice controllo risulta infatti libero, cioè chiunque, in qualsiasi momento, può acquistarlo con pochi click e una manciata di euro. Il numero di telefono e il fax indicati per la sede di Milano combaciano con quelli di altre associazioni di tutt’altra natura. Per la sede di Roma viene indicato solo un numero di fax che risulta intestato ad uno studio di un avvocato (e non sembra nemmeno funzionante) mentre l’indirizzo della via non combacia con l’indirizzo associato al numero di fax.

Facebook. Infine il profilo Facebook che conta solo 7 amicizie e risulta essere attivo soltanto dal 15 giugno. E’ stato aggiornato soltanto in quel giorno con qualche link e con un post che recita: “Oggi nasce la prima associazione A.V.F. Associazione Vittime Femminicidio, il primo organismo in Italia a tutelare gratuitamente le donne che siano rimaste vittima di violenze, fisiche o morali, da partte di uomini. La tutela viene garantita attraverso un team di esperti che fornisce supporto e assistenza psicologica e legale alle vittime ed alla loro famiglie. La nostra sede legale è a Roma ma ci stiamo attivando per operare in tutta Italia. Abbiamo a disposizione un indirizzo di posta elettronica al quale effettuare segnalazioni anche in anonimato: sosfemminicidio@libero.it. A breve sarà operativo il nostro sito internet www.sosvittimefemminicidio.it, attualmente in costruzione. Se sei vittima di una violenza non esitare a denunciarla alle competenti autorità”.

E’ lampante l’assurdità contenuta nel post: viene usata la parola “femminicidio” per intendere “maltrattamenti sulle donne”. In realtà la parola femminicidio significa l’uccisione di una donna da parte di un uomo. Insomma un omicidio che ha come movente l’appartenenza al genere sessuale femminile. Un cadavere di sesso femminile non può quindi certamente aver bisogno di uno psicologo o di un bravo avvocato. Tanto meno risulta utile “effettuare segnalazioni anche in anonimato” alla loro casella di posta email poiché di qualunque femminicidio si trova notizia nei giornali. Strano che un’associazione scelga di inserire una parola nella propria denominazione senza mostrare di averne ben chiaro il significato.

Le risposte. Al numero del telefono mobile indicato nel comunicato risponde un uomo, giovane a giudicare dalla voce, che con cordialità si rende disponibile e che in una email si firma Mario Rossetti. Spiega che “l’associazione è molto giovane, è nata a marzo ed ha due sedi, una a Roma ed una a Milano”.

Ci risulta che l’associazione non sia presente ne nell’albo delle associazioni riconosciute di Roma, ne nell’albo delle associazioni riconosciute di Milano.

“Sì, siamo un’associazione non riconosciuta. Stiamo valutando la possibilità di richiedere il riconoscimento”.

Ma nel frattempo su queste donazioni che avete ricevuto dovrete pagare molte tasse.

“Beh questo lo valuterà il fiscalista”.

 

Non è strano che, nonostante siate appena nati, abbiate già ricevuto donazioni così cospicue? Non solo il milione di euro dal pensionato ternano, ma due giorni fa su quotidiani pugliesi è uscita la notizia di un’altra maxi-donazione.

“Ah sì, un medico di Foggia, non ricordo la cifra”.

I giornali riportavano una donazione di 750 mila euro…

“Ah mi conferma questa cifra? Era quello che mi ricordavo ma non ero sicuro”.

Insomma, perdoni lo scetticismo ma è molto strano che in due giorni abbiate ricevuto due donazioni del genere…

“Eh, di questi tempi andrebbe bene qualsiasi cifra, a caval donato non si guarda in bocca, ma evidentemente c’è grande attenzione intorno a questo tema”.

Nel comunicato indicate un dominio internet che però non risulta nelle vostre disponibilità. Come mai?

“Sì, il tecnico mi ha riferito di alcuni problemi. Forse il dominio è già stato occupato da altre associazioni. Eventualmente ne prenderemo un altro”.

Veramente quel dominio è libero e può essere acquistato da chiunque in qualsiasi momento, anche da voi.

“Ah, allora mi informerò e lo comunicherò al tecnico”.

Per quanto riguarda il pensionato ternano, come mai vi conosceva e vi ha fatto questa donazione?

“Il fratello è una delle circa 40 persone che collaborano con noi, è uno psichiatra e gliene ha parlato lui della nostra associazione. Per ora ci ha versato 250 mila euro ma non abbiamo motivo di dubitare che ci farà avere anche la parte restante del milione di euro. Sappiamo che ha già fatto diverse elargizioni e donazioni”.

Chi è il presidente dell’Associazione Vittime Femminicidio?

“La dottoressa Adriana Marchini”.

A questo punto abbiamo chiesto un recapito telefonico della presidente, ci è stato fornito e l’abbiamo contattata: nessuna risposta. Dopo un’ora arriva però la sua chiamata. Anche in questo caso la voce dall’altra parte sembra di una persona piuttosto giovane.

Buonasera Adriana Marchini, vorrei chiederle come è nata la vostra associazione.

“E’ nata da una quarantina di persone che provengono dal mondo del volontariato, da settori più disparati, dalla Comunità di Sant’Egidio piuttosto che dalla Croce Rossa. Ci sono psicologi, psichiatri, persone che si occupano di assistenza legale, assistenza ai minori. E’ un gruppo molto eterogeneo”.

Per quanto riguarda la donazione ricevuta dal pensionato di Terni…(interrotto dalla risposta)

“Ecco, ci tengo a dire che la cifra versata sarà vincolata in un conto deposito che sarà ancora nelle disponibilità del donatore, poi tramite un notaio verrà costituito un fondo con cui gestire i soldi. Noi infatti siamo un’associazione senza scopo di lucro e non possiamo gestire direttamente soldi”.

Non mi risulta che un’associazione senza scopo di lucro non possa gestire soldi altrimenti non potrebbe portare avanti nessuno scopo sociale. Forse avete delle clausole particolari nel vostro statuto?

“Io non sono un notaio, di queste questioni se ne occuperà un notaio. Ad ogni modo non sarò io a gestire direttamente i soldi”.

Mi perdoni ma ho dei dubbi. Voi avete due sedi…(interrotto dalla risposta)

“Beh a Milano ci appoggiamo presso altri uffici, la sede principale è a Roma”.

Nel comunicato, per la sede di Roma indicate soltanto un numero di fax che risulta essere intestato ad un avvocato.

“Sì, per il fax ci appoggiamo ad un avvocato che ha portato avanti alcune pratiche per noi”.

Fino ad oggi qual è stata la vostra attività?

“Siamo nati da poco, fin’ora abbiamo preso contatti con diverse persone ma abbiamo effettuato pochi interventi. Ancora non avevamo nemmeno grandi disponibilità economiche”.

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