Per gli appassionati di vela c’è l’America’s Cup a Napoli

Pensate a una Pasqua alternativa? Scegliete Napoli, alla scoperta di una città parallela e insolita che, spogliata dei suoi cliché, si presenta in una nuova e aggressiva veste sportiva. Per nove giorni (dal 7 al 15 aprile, la competizione ufficiale inizierà l’11 aprile) il capoluogo campano ospiterà la prima delle due tappe italiane delle America’s Cup World Series, regate di avvicinamento alla mitica Coppa America (che si correrà nel 2013 a San Francisco, negli Stati Uniti). Nove team di otto Paesi (tra cui anche quello della nostra Luna Rossa) travolgeranno ritmi e orari, coinvolgendo città e turisti nelle celebrazioni di Napoli capitale della vela. Chi mastica un po’ di yachting ha già fatto le valige perché sa che parliamo del trofeo più antico nella storia dello sport, targato 1851. Ma anche se il match race (regata tra due imbarcazioni identiche) vi è ignoto, se il termine scotta (cima) vi rimanda agli spaghetti ormai immangiabili e se dormivate, mentre il resto della famiglia trascorreva le notti in bianco incollato al thermos del caffè per seguire le imprese di Luna Rossa ad Auckland, non demoralizzatevi: questo evento è anche – e soprattutto – per voi. Potete dormire all’Hotel Correra 241 (vi sembrerà di stare dentro a una galleria d’arte moderna) o al MGallery Palazzo Caracciolo, un tempo residenza della nobile famiglia Caracciolo e del generale napoleonico e Re di Napoli Gioacchino Murat. Se siete in cerca di lusso, l’hotel Romeo fa per voi: 5 stelle con vista mozzafiato sul Golfo, in un mix di design contemporaneo e atmosfera made in Italy.

Lungomare Caracciolo

Godetevi il lungomare Caracciolo nella sua insolita dimensione pedonale (il sindaco Luigi de Magistris promette che tale rimarrà anche alla fine delle regate) e abbracciate con lo sguardo il golfo più bello del mondo, mentre i velocissimicatamarani AC45 con ala rigida sfrecciano all’ombra del Vesuvio, così vicini che si potrebbero toccare. Poi perdetevi alla scoperta dei tesori storico artistici di una delle più belle città d’Europa: attraversata la Villa Comunale circondata da sculture neoclassiche, fontane, lecci, pini, eucalipti (per l’occasione ospiterà le premiazioni e i concerti legati all’evento velico), fate una passeggiata sino a Castel dell’Ovo e tagliate per Via Ferdinando Acton fino al San Carlo. In pochi lo sanno, ma all’interno del celebre teatro, decantato da Stendhal, si cela il nuovissimo Memus, museo-archivio del lirico, che offre un’appassionante visione della musica operistica italiana. Inoltre, fino al 2 giugno, è possibile visitare la mostra multimediale Arte/Opera. Se la camminata vi ha messo appetito, fate una sosta golosa nei due punti cult della pasticceria napoletana: da Mary (via Toledo 66, tel: 081 402218) per il babà (ottime anche le sfogliatelle e gli altri dolciumi da asporto), e da Pintauro (via Toledo 275, tel: 081 417339) per la pastiera più buona della città. Dal 1785.

Castel dell'Ovo

Se vi resta tempo prima di cena, soprattutto se siete con i bambini, fate un salto alla Fondazione PlartTeatro della Plastica, scoprirete uno spazio espositivo innovativo, dedicato agli oggetti più significativi della collezione di plastiche storiche. Per mangiare non c’è che l’imbarazzo della scelta: basta tralasciare i locali turistici e intrufolarsi nelle trattorie e nei ristoranti tradizionali, dove gustare i sapori intatti della variegata tradizione culinaria partenopea. Al numero 39 di Via Gennaro Serra c’è la Trattoria da Ettore (tel: 081 7643578) dove un’intera famiglia è impegnata ai fornelli per spadellarvi le migliori polpette al ragù della regione; stessa atmosfera informale alla Mattonella (via Nicotera 13, tel: 081 416541), dove assaporare pasta e patate (o ai fagioli) circondati da maioliche del 700. Se invece volete provare la vera pizza, scegliete l’Antica Pizzeria Capasso, a due passi dal Duomo (Porta San Gennaro 2, tel: 081 456421) e mangiatela con il naso all’insù: ammirerete l’unico affresco superstite di Mattia Preti, realizzato nel ‘600 alla fine della pestilenza.

Spaccanapoli

La mattina dopo, svegliatevi presto e andate a curiosare tra le bancarelle di Spaccanapoli – rigorosamente senza gioielli addosso – prima che l’infernale traffico cittadino si desti; sorseggiate con tutta calma na tazzulella e caffè e immergetevi nella bellezza del centro storico per il tour delle chiese. Io l’ho fatto con una guida d’eccezione, Viviana Farina, storica dell’arte specializzata nel Seicento napoletano, che mi ha scortata tra capolavori d’inimmaginabile bellezza (e, lo confesso, anche tra Decumani e pasticcerie doc), rivelandomi segreti, storie e aneddoti sconosciuti ai più. Dopo questa immersione nella bellezza e nella storia della città, incamminatevi verso il mare che domina placido l’orizzonte: le regate stanno per ricominciare.

Fonte: Dove Viaggi
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