Polo chimico: il Governo a parole lo sostiene, nei fatti lo affossa. Il doppio gioco del ministro

Mentre il ministro dell’Ambiente Corrado Clini era a Terni a promettere sostegno per la realizzazione del polo chimico verde, nelle stesse ore, nelle stanze di Montecitorio, il sottosegretario all’Ambiente Tullio Fanelli contribuiva ad affossare la nascita del polo stesso.

La vicenda riguarda il disegno di legge che, tra le altre cose, istituisce l’obbligo di utilizzare bioshop (cioè sacchetti realizzati con materiale biodegradabile) al posto delle tradizionali ed inquinanti buste di plastica. Come si sa, questo provvedimento è di vitale importanza per Novamont (il cui core business è proprio la realizzazione di sacchetti biodegradabili) e quindi per il nascente polo chimico verde di Terni.

Il disegno legge votato a febbraio dal Senato prevedeva tra le altre cose, a partire dal 31 luglio 2012, l’introduzione di sanzioni per chi avesse continuato ad utilizzare sacchetti di plastica invece di sostituirli con sacchetti biodegradabili. Ieri la VIII commissione Ambiente della Camera dei deputati ha votato alcune modifiche a quel testo. In particolare è stato approvato un emendamento (il numero 2.202) proposto da Tommaso Foti (Pdl) che posticipa l’introduzione delle sanzioni al 31 dicembre 2013. In sostanza supermercati, negozi, esercizi commerciali e produttori per oltre un anno e mezzo potranno continuare ad imbustare la propria merce nella plastica. Questo significa congelare la diffusione delle buste di bioplastica, e di conseguenza bloccare lo sviluppo del polo chimico ternano. Non stupisce che i deputati della commissione si siano fatti convincere dalla lobby della plastica. Il fatto che lascia a bocca aperta è che il sottosegretario all’Ambiente Fanelli abbia espresso parere favorevole a quell’emendamento, appoggiando quindi il posticipo delle sanzioni.

Così, mentre a Terni intorno alle ore 16 il ministro Clini dichiarava: “Puntiamo sulle bioplastiche con la valorizzazione delle risorse naturali e la diminuzione di combustibili fossili; la realizzazione del sito di Terni è un’operazione che può avere un grande significato per l’Italia e l’Europa”, a Roma, in contemporanea, il sottosegretario Fanelli appoggiava in pieno le industrie della plastica e tarpava le ali a quelle della bioplastica.

Siccome ci risulta difficile credere che il sottosegretario prenda decisioni indipendentemente ed in aperto contrasto con il ministro (vale a dire il suo superiore), non ci rimane che concludere che Clini abbia deciso a tavolino di presenziare a Terni ad un convegno sul futuro del polo chimico garantendo il supporto del Governo, ed al tempo stesso abbia dato mandato al suo sottosegretario di schierarsi dalle parte delle lobby dell’industria della plastica.

Così, dopo i “teatrini politici” caratteristici della prima e della seconda Repubblica ieri è andato in scena il “teatrino tecnico”. E’ stato inaugurato un nuovo tipo di raggiro di cittadini e lavoratori: la promessa è infranta nello stesso identico momento in cui viene pronunciata. Si tratta quindi di una “bugia tecnica” che a differenza della “bugia politica” non lascia nemmeno il tempo di illudersi.

Non è il primo voltafaccia dell’esecutivo. Già a dicembre il Governo Monti aveva mostrato una certa sensibilità nei confronti delle richieste provenienti dalla lobby della plastica. Infatti, dopo che il ministro Corrado Passera aveva assicurato la riconferma, dal decreto Milleproroghe erano invece scomparse le norme che, stabilendo i parametri di dissolvenza nell’ambiente degli shopper, imponevano l’utilizzo di sacchetti biodegradabili. Dopo qualche settimana di imbarazzo le norme erano state ripristinate.

L’altro ieri il Governo tecnico ha di nuovo fatto capire da che parte sta. E ha dato prova di poter essere ambiguo e falso quanto gli esecutivi politici che lo hanno preceduto.

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