Polo chimico ternano, Basell chiede il triplo di quanto offerto dalla cordata. Torna ipotesi esproprio

La tanto attesa risposta è arrivata ma non è affatto quella sperata. Sembra che Basell, per cedere le proprie aree su cui dovrebbe risorgere il polo chimico ternano, abbia formulato una richiesta di 17 milioni di euro. L’offerta della cordata formata da Regione dell’Umbria, Novamont e Cosp Tecnoservice si era invece fermata a poco più di 6 milioni. Il rilancio della multinazionale rischia ora di compromettere la contorta trattativa.

La mossa della Basell ha riacceso l’attenzione sulla possibilità di espropriare le aree, proposta più volte avanzata da Rifondazione Comunista di Terni. Oggi a suggerire questa strada è il consigliere comunale di maggioranza David Tallarico che in una nota scrive: “Dopo mesi e mesi di vergognoso silenzio, in barba alle istituzioni nazionali e locali ed alla dignità della forza lavoro del polo chimico ternano, la Basell risponde all’offerta di acquisto della Novamont e Cosp Tecno Service di 6,5 milioni di euro, chiedendone circa il triplo, 17 milioni di euro. Credo che la misura sia ampiamente colma: dobbiamo passare alla fase due della vicenda, usare tutti i mezzi che la legge ci consente. Mi riferisco all’esproprio delle aree per motivi di pubblica utilità”.

“Ormai di fronte a tanta scelleratezza e mancanza di sensibilità da parte di Basell – precisa Tallarico – le istituzioni possono e debbono usare il meccanismo dell’esproprio: tale operazione consentirebbe finalmente di far rinascere il polo chimico di Terni, di far ripartire le centinaia di posti di lavoro fermi al palo da oltre tre anni ed alle famiglie degli operai ex Basell di tornare a vivere con un minimo di dignità”.

“Non possiamo più tollerare l’arroganza di questa multinazionale che, in barba ad ogni canone minimo di rispetto per il prossimo si è permessa di incamerare milioni di euro di profitti dal nostro territorio e in un minuto di chiudere e mettere in mezzo alla strada centinaia di operatori del polo chimico ternano e le loro famiglie, azienda che – lo ricordo – all’atto dello spin off, chiudeva con un unitile di oltre 9 milioni di euro. Adesso – conclude Tallarico – tutti insieme diamo forza alle istituzioni nazionali e regionali unitamente a quelle Locali per espropriare senza ulteriori ritardi l’area ex Basell: ormai non c’è più tempo da perdere”.

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