Processo inceneritore Asm: caduti in prescrizione 18 reati, ancora in piedi le accuse più gravi

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La mannaia della prescrizione si abbatte sul filone ambientale del processo relativo alle vicende dell’inceneritore Asm. Estinti già 18 reati del procedimento che vede coinvolti, a vario titolo, 20 persone tra ex amministratori comunali e vertici dell’azienda municipalizzata. Si tratta di contravvenzioni in materia ambientale i cui termini per giungere a sentenza sono scaduti. Rimangono invece in piedi le accuse più gravi cioè: disastro ambientale, mobbing ai danni di 11 lavoratori Asm e truffa allo Stato.

In virtù della prescrizione, 2 dei 20 imputati (due lavoratori Asm) usciranno dal processo mentre rimarranno alla sbarra gli altri 18 tra i quali figurano l’ex sindaco di Terni Paolo Raffaelli e gli ex presidenti dell’azienda Piero Sechi, Giacomo Porrazzini e Stefano Tirinzi.

Nell’udienza di ieri, oltre all’elenco dei reati caduti in prescrizione effettuato dal pm Elisabetta Massini, i giudici hanno respinto la richiesta di costituzione di parte civile di alcune associazioni ambientaliste e di difesa dei consumatori: Wwf, Legambiente Umbria, Associazione Codici ambiente, Earth e Osservatorio nazionale amianto. Questa decisione sarà impugnata dal Wwf che ha già annunciato il ricorso in Cassazione. Ammesse invece le richieste degli 11 lavoratori Asm e del ministero dell’Ambiente.

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