Provincia di Terni a rischio soppressione: rimanere in Umbria o andare con Roma. Sondaggio

Gran parte delle istituzioni locali sono scese in trincea per salvare la provincia di Terni che il Governo Monti vuole sopprimere. A mettere tutti d’accordo è l’idea che Terni non possa finire in provincia di Perugia. Sulle strade da percorrere cominciano però ad emergere pareri molto divergenti. C’è chi non vuole veder sparire l’ente provinciale e chiede un riequilibrio territoriale dell’Umbria, con alcuni territori che dovrebbero passare dalla provincia di Perugia a quella di Terni in modo tale da rientrare nei parametri fissati dal Governo; c’è viceversa chi auspica per Terni l’annessione al Lazio ed alla provincia di Roma.

A parteggiare per l’ipotesi di un riequilibrio territoriale che consenta alla provincia di Terni di continuare ad esistere è il Consiglio comunale che ieri ha votato all’unanimità una mozione con la quale chiede al Governo di “delegare le Regioni, attraverso il Codice delle Autonomi Locali, ad elaborare un piano con tutti gli enti interessati, di riassetto territoriale delle attuali province, in modo da rispondere ai criteri previsti dal decreto in questione ed ai parametri che verranno adottati”. Questa non è comunque l’ipotesi più auspicata dallo stesso Consiglio ma solo il piano B. Approvando la mozione presentata da Giuseppe Boccolini (Psi), i rappresentanti in Comune dei ternani chiedono al Parlamento che “in deroga a quanto previsto dal decreto legge, siano escluse dal provvedimento in esame le regioni nel cui territorio vi siano solo due province”. In sostanza il Consiglio chiede che la soppressione delle province voluta dal Governo Monti non si applichi a quella di Terni.

Di tutt’altro avviso una parte di esponenti politici e semplici cittadini che vorrebbero chiudere con l’esperienza dell’Umbria e ritrovarsi in provincia di Roma. Già mesi fa, da quando il Governo Berlusconi ipotizzava tagli di alcuni enti provinciali, era nato un gruppo su Facebook dall’eloquente nome: “Verso Roma non vogliamo che Terni sia provincia di Perugia” http://www.facebook.com/groups/150948368319903/ Gli stessi promotori avevano dato vita ad un partecipato convegno.

Ora a guarda verso Roma anche il segretario provinciale Udc, Enrico Melasecche, che si chiede cosa preferiranno i ternani: “Rimanere dei paria, come oggi, sotto una Provincia ed una Regione entrambe tirannicamente perugine oppure guardare a Roma, la Capitale, con la forza di una città che con i suoi 110.000 abitanti sarebbe la seconda città del Lazio per potersi finalmente rimettere in discussione ?”.

In una nota lo stesso Melasecche critica duramente le scelte attuali e passate delle istituzioni umbre che hanno penalizzato Terni che oggi “è rappresentata in Regione da un unico Assessore, eletto peraltro nel listino, ed un numero di consiglieri del tutto insignificante. Terni sta andando di conseguenza verso la compressione ulteriore di competenze e di ruolo, complice – dice ancora Melasecche – gran parte della classe dirigente di maggioranza che ha preferito sempre privilegiare la propria carriera politica agli interessi legittimi di questa parte di Umbria che contribuisce con le sue industrie, con la sua operosità, nonostante tutto, a tenere in media il PIL regionale. Ne ha ricevuto calci nel di dietro – dice ancora il segretario provinciale Udc – si pensi all’edilizia ospedaliera in cui è rimasta e rimarrà Cenerentola. Si guardi ai grandi eventi culturali che la vedono sempre marginalizzata e marginale per colpa dei propri rappresentanti istituzionali, o incapaci o proni agli interessi altrui. Per non parlare di quella vergogna della Tassa Tevere Nera che la sinistra umbra e ternana ha sempre voluto mantenere, una sorta di tassa sul sale, una doppia imposizione che nel perugino neanche conoscono”.

Chi per Terni considera valida la scelta di annettersi al Lazio può già firmare per il referendum: https://www.ternioggi.it/referendum-per-terni-con-il-lazio-e-possibile-firmare-presso-palazzo-spada

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