Provincia di Terni soppressa, da riunione di istituzioni umbre esce solo un auspicio

Una riunione che si è limitata ad esprimere un auspicio. Erano ben altre le aspettative per l’incontro tra i rappresentanti delle istituzioni umbre per discutere della spending review e, in sostanza, del taglio della Provincia di Terni.

Questo pomeriggio a Perugia, nella sede di palazzo Donini, alla riunione della Cabina di regia regionale convocata dall’assessore regionale alle riforme istituzionali, Gianluca Rossi e presieduta dalla presidente della Regione, Catiuscia Marini, erano presenti i presidenti delle Provincie di Perugia e Terni, Marco Vinicio Guasticchi e Feliciano Polli, ed i sindaci di Perugia e Terni, Wladimiro Boccali e Leopoldo Di Girolamo, in rappresentanza rispettivamente dell’Anci Umbria e del Consiglio delle autonomie locali.

Da tale consesso è emersa una banale lettura, già espressa in altre occasioni e una speranza di ravvedimento da parte del governo grazie al voto di emendamenti in Parlamento. Nient’altro. Ne un piano di riequilibrio territoriale delle due Province, ne una proposta alternativa, ne l’analisi di altre ipotesi (qui l’articolo con le ipotesi per la città di Terni). Recita infatti una nota della Regione che la riforma della spending review “creerebbe in Umbria l’anomala situazione, dove la riduzione ad una sola Provincia equivarrebbe a determinare una perfetta coincidenza tra il territorio e la popolazione di ambito regionale e quello della provincia unificata. Le istituzioni umbre, dunque – continua la nota – hanno espresso l’auspicio che Governo e Parlamento impediscano il verificarsi di una tale ipotesi che creerebbe oltretutto anche una profonda confusione rispetto al ruolo che le due istituzioni dovrebbero svolgere”.

L’analisi emersa nell’incontro di oggi va poco oltre: “Difficile, se non impraticabile, nell’ipotesi di una unica provincia in Umbria, anche la politica di decentramento regionale. Attualmente, infatti, le Provincie in Umbria svolgono funzioni già oggi trasferite dalla Regione in materia di politiche ambientali, trasporti, urbanistica, scuola, formazione e lavoro, etc. Nel verificarsi quindi della anomala condizione di coincidenza dei due ambiti, quello regionale e quello provinciale, di fatto si svuoterebbe il ruolo dell’istituzione provinciale, venendo meno così il decentramento stesso”.

In conclusione “i rappresentanti delle istituzioni umbre auspicano una modifica sostanziale dell’articolo 17 ed esprimono condivisione e sostegno alle ipotesi di emendamenti presentati in Senato, tesi ad impedire una riforma che determini la coincidenza tra l’intero territorio regionale e l’unico ambito provinciale. La cabina di regia istituzionale tornerà in ogni caso a riunirsi non appena il decreto sarà convertito in legge da parte del Parlamento, per la conseguente analisi della situazione istituzionale che si sarà determinata”.

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