Provincia di Terni soppressa, Polli:”No a riforme sballate”. Maurelli: ”Non siamo una casta”

La Provincia di Terni è ad un passo dalla soppressione per mano del Governo Monti e l’ente mette in campo tutti i propri rappresentanti, anche quelli passati, per salvarla. Questa mattina, in occasione del ricordo della figura di Rutilio Robusti nell’anniversario del sessantesimo anno del primo presidente della Provincia dopo il fascismo, in Consiglio provinciale erano presenti gli ex presidenti della Provincia, Nicola Molè, Alberto Provantini, Renato Costantini e Stefano Moretti e alcuni ex presidenti del Consiglio; tutti a sostenere la causa di salvaguardia dell’ente.

Il presidente della Provincia, Feliciano Polli, ha quindi imbastito un discorso volto ad una forte critica nei confronti della riforma Monti e alla difesa dell’istituzione che presiede: “L’intitolazione della sala della giunta a Robusti non è casuale ma nasce dall’intento di rendere omaggio alla memoria di un uomo che fu amministratore in un momento cruciale della storia del nostro paese e, in particolare, della nostra provincia. La commemorazione di Robusti significa soprattutto andare alle radici del nostro impegno e della nostra storia, riscoprendo un patrimonio importante per il futuro. Un futuro che per la Provincia di Terni – continua Polli – non può essere il prodotto di decisioni sconclusionate e squilibrate, giustificate dall’intento del risparmio. Con queste misure si rischia una riforma sballata, senza ottenere alcun risparmio, ma solo la cancellazione di strumenti istituzionali democraticamente eletti che nessuno dovrebbe mettere in discussione e di cui, nell’odierna ridefinizione dell’assetto istituzionale nazionale, non si dovrebbe fare a meno”.

“Avremmo voluto ricordare la figura di Robusti in un clima diverso per le Province – ha detto il presidente del Consiglio provinciale Andrea Maurelli – con gli enti messi in condizione di guardare avanti e di partecipare attivamente alla tante sfide di questa crisi. La Provincia – ha aggiunto Maurelli – non è un vecchio carrozzone da abolire, né un ente in cui assessori e consiglieri si arricchiscono alle spalle dei cittadini. Non siamo insomma una casta. Siamo consapevoli che c’è bisogno di una riorganizzazione istituzionale ma senza spinte populiste e senza frenesie”. Tutti gli ex presidenti, nel loro intervento, hanno sottolineato l’importanza della Provincia di Terni e le difficoltà che incontrerebbe un’Umbria con una sola Provincia.

Hanno quindi preso la parola gli ex presidenti dell’ente. Nicola Molè ha ricordato lo spirito iniziale con il quale nacque la Provincia di Terni ed ha affermato che “Robusti rappresentava perfettamente quello spirito. Oggi parlare di abolizione della Provincia significa indebolire l’impianto istituzionale del nostro paese e della nostra regione, senza tenere in considerazione l’importanza che questo ente ha per i cittadini e la storia che essa rappresenta per il territorio ternano”. Sulla stessa lunghezza d’onda il discorso di Alberto Provantini: “Celebriamo Robusti e la Provincia, mentre il governo abolisce l’ente con un decreto che elimina organi democratici rischiando di indebolire il livello di democrazia nel nostro paese”. Renato Costantini ha auspicato chiarezza in tempi brevi sul futuro delle Province, ricordando che i livelli istituzionali regionali non possono fondarsi solo su un’unica Provincia e sulle unione dei Comuni”. Per Stefano Moretti “i risparmi derivanti dal taglio delle Province non sono consistenti come si crede, se poi si guarda al taglio dei Consigli provinciali ci si aggira sui 50 milioni di euro. Due Province in Umbria sono il minimo necessario”.

La parola è poi passata ai consiglieri provinciali. Zefferino Cerquaglia (Sl/Psi) ha così ricordato la figura di Robusti: “Uomo che non amava mettersi in mostra e preferiva l’essere all’apparire. La serietà dei comportamenti, la conoscenza del contesto in cui si opera sono valori attualissimi anche oggi”. Anche Cerquaglia sul taglio della Provincia ha espresso dissenso “per la sua importanza come raccordo tra cittadino e istituzioni, come collante della comunità e come punto di riferimento per le politiche di area vasta”. Lo stesso consigliere ha infine chiesto la ristampa del volume, edito dalla Provincia di Terni, dal titolo “70 anni di Provincia”.

“Intitolare una sala della Provincia a Robusti – ha dichiarato Gabriella Tassi (Pd) è un momento di riflessione sulla storia, la memoria e la cultura del nostro territorio. La riforma delle Province deve farla la politica con l’obiettivo di rendere lo stato più efficiente e più democratico. Non si può pensare di togliere un livello elettivo in nome di un risparmio economico senza aver fatto quel minimo percorso che serve a ridisegnare l’architettura complessiva dello stato”.

Di importanza fondamentale dei territori di cerniera ha parlato Giorgio Santelli (Idv): “Bisognava valorizzarli quando era tempo perché così avremmo dato più strutturalità al territorio”. Santelli ha poi sottolineato “l’importanza di una riforma complessiva dell’impalcatura istituzionale del paese. Rivedere solo le Province rischia di creare problemi economici e amministrativi e di innescare spinte centrifughe da parte di alcuni territorio umbri”.

“Si è perso troppo tempo e si sono fatti troppi errori – ha affermato Andrea Sacripanti (Pdl) – nel passato. La speranza è che si riesca finalmente ad invertire la rotta sia a livello locale che regionale e a dare finalmente vita ad una politica seria e scevra da particolarismi e interessi. Una politica che riesca a valorizzare i territori e a fra sì che il mantenimento della Provincia di Terni stia in contesto di crescita generale della nostra regione a favore dei cittadini e dell’intera comunità umbra e ternana”.

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