Provincia di Terni vicina a salvarsi in due modi: emendamento al decreto e caduta del Governo Monti

La Provincia di Terni non è mai stata così vicina dal poter tirare un sospiro di sollievo. L’ente, secondo un decreto del Governo Monti, dovrebbe essere accorpato con la Provincia di Perugia ma in questi ultimi giorni sembrano aprirsi diverse strade che porterebbero a mantenere in vita Palazzo Bazzani. Prima di tutto, i tempi stringono e la possibilità che il Parlamento non riesca a convertire il decreto prima della sua scadenza prende sempre più corpo (qui l’articolo). Inoltre, il Pdl sembra intenzionato a revocare la fiducia al Governo Monti: in questo caso completerebbe il proprio iter solo la legge di stabilità mentre tutti gli altri decreti, compreso quello taglia province, sarebbero fatti cadere. Dulcis in fundo, ieri mattina sono stati presentati due emendamenti (praticamente identici) che salverebbero la Provincia di Terni anche qualora il decreto completasse il suo iter.

A presentare gli emendamenti sono stati i senatori Enzo Bianco del Pd e Filippo Saltamartini del Pdl (relatori in Senato del decreto). In quello di Bianco si afferma che “il riordino di cui al presente comma (il 2 dell’articolo 1) non si applica alle Regioni in cui una sola provincia non è in possesso dei requisiti minimi richiesti, né quando tra due Province vi è una continuità territoriale inferiore a 25 chilometri. Per questa ragione all’articolo 2, comma 1, lettera a): sopprimere le parole: ‘Provincia di Perugia-Terni in luogo delle Province di Perugia e di Terni’; b) sopprimere le parole: ‘Provincia di Rieti-Viterbo in luogo delle Province di Rieti e di Viterbo’; c) sopprimere le parole: ‘Provincia di Avellino-Benevento in luogo delle Province di Avellino e di Benevento’; d) sopprimere le parole: ‘Provincia di Lucania in luogo delle Province di Matera e di Potenza’”. Analogo l’emendamento di Saltamartini nel quale viene affermato: “Non si applica alle Regioni in cui una sola provincia non è in possesso dei requisiti minimi richiesti”. I due emendamenti, sostenuti da un fronte bipartisan, saranno discussi e forse votati già lunedì. Il rischio è che i rappresentanti parlamentari di realtà locali escluse dal salvataggio (come Frosinone) inonderanno gli emendamenti di sub-emendamenti ostacolando di fatto la loro approvazione.

Intanto il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo e il presidente della Provincia Feliciano Polli con una nota congiunta esultano per i due emendamenti: “I relatori della legge sul riordino delle Province in seno alla Commissione hanno accolto positivamente gli emendamenti presentati dai senatori Agostini e Urbani, i quali hanno recepito l’impostazione e il lavoro svolto dalle istituzioni umbre per salvaguardare la Provincia di Terni e con essa un sistema istituzionale regionale equilibrato. Siamo fiduciosi che il governo e l’aula del Senato completeranno positivamente il lavoro della Commissione. Potremo così raggiungere un obiettivo perseguito a lungo con grande impegno e determinazione. Un obiettivo particolarmente importante per la comunità ternana ed umbra”.

Per Polli e Di Girolamo gli emendamenti sarebbero di Agostini ed Urbani: in realtà diversi senatori hanno presentato emendamenti di questo tipo e sembra che sia la modica proposta da Bianco che quella di Saltamartini, per quanto riguarda il dispositivo generale, siano state ispirate dall’emendamento del senatore sannita Pasquale Viespoli.

Ad oggi comunque sembra ancor più probabile che a salvare la Provincia di Terni possa essere il fondatore del Pdl, Silvio Berlusconi, che ha deciso di revocare la fiducia al Governo Monti. Ieri il segretario del partito di centrodestra Angelino Alfano, preparando il terreno per la nuova ridiscesa in campo del Cavaliere, ha inequivocabilmente dichiarato: “L’esperienza di questo Governo è conclusa” facendo sapere che il proprio partito voterà la legge di stabilità per poi puntare ad elezioni anticipate. Non ci sarà quindi spazio per altre conversioni in legge di decreti governativi, compreso quello che taglia la Provincia di Terni.

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