Questura di Terni, espulsi dall’Italia 5 spacciatori albanesi: gestivano mercato ternano della cocaina

L’Ufficio Immigrazione ha revocato il permesso di soggiorno a 5 spacciatori albanesi e li ha accompagnati al CIE – Centro di Identificazione ed Espulsione – di Bari per procedere all’allontanamento dall’Italia per motivi di pericolosità sociale. I cinque erano stati arrestati nel 2009 in un’operazione coordinata dalla DDA di Perugia in cui era stata smantellata la banda che gestiva buona parte del mercato ternano di traffico di stupefacenti.

A capo della banda, vi erano due cugini albanesi, residenti ad Arrone dal 1989, con regolare permesso di soggiorno. Le indagini avevano permesso di appurare come l’organizzazione, strutturata a piramide, con in cima i due cugini, faceva arrivare la droga, in prevalenza cocaina, via mare dall’Albania e passando da Roma, la faceva arrivare a Terni, dove veniva poi consegnata agli spacciatori locali per la distribuzione. Le indagini avevano portato all’arresto di 16 persone e 25 erano state quelle denunciate. I cinque cittadini albanesi, di età compresa fra i 24 e i 45 anni, erano stati condannati prima ad una pena detentiva, poi al regime degli arresti domiciliari e per ultimo all’obbligo della firma presso le stazioni dei carabinieri di Arrone e di Collescipoli.

Al termine dei provvedimenti restrittivi, l’Ufficio Immigrazione aveva richiesto ed ottenuto dall’Autorità Giudiziaria le autorizzazioni necessarie per dare esecuzione all’allontanamento dal territorio nazionale dei cinque per motivi di pericolosità sociale e dopo la revoca del permesso di soggiorno sono stati dunque accompagnati, con un servizio apposito di dieci agenti di polizia, al Centro di Identificazione ed Espulsione di Bari per la successiva espulsione.

“Nell’azione dell’Ufficio Immigrazione” spiega una nota della questura di Terni “è chiara la volontà di allontanare i cittadini stranieri che commettono reati, stranieri che nonostante gli anni passati nel nostro Paese non hanno voluto integrarsi, scegliendo, in prevalenza, i facili guadagni legati allo spaccio di droga, nonostante in possesso di un permesso di soggiorno per lavoro, nonostante presenti in Italia con la famiglia ed i figli. Stranieri pericolosi socialmente, non solo per i cittadini italiani, ma anche per tutti gli altri immigrati che lavorano onestamente, rispettosi delle regole e comunque integrati nella comunità, che sono venuti nel nostro Paese per lavorare e migliorare le proprie condizioni di vita e non unicamente allo scopo di delinquere”.

“E’ per tutelare sia gli stranieri che i cittadini italiani onesti” continua la nota “che la questura, nell’attività dell’Ufficio Immigrazione, continua ad agire con incisività contro quelli che delinquono: sono 32, dall’inizio del 2012, i provvedimenti di rifiuto e revoca del permesso di soggiorno a cittadini stranieri e comunitari gravati da precedenti penali, seguiti dall’allontanamento dal territorio nazionale”.

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