Rapporto Istat, tutti i numeri dell’economia della provincia di Terni: è sempre più crisi

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Una situazione che peggiora ogni giorno di più. Aziende che a causa della crisi economica trovano enormi difficoltà a portare avanti la loro attività economica e sopportare l’alto costo del lavoro. Nel corso del secondo semestre del 2011, l’economia ternana ha fatto registrare persistenti segnali di crisi che, ormai da tre anni, pesa sullo sviluppo del tessuto economico territoriale, nonostante timidi segnali di ripresa registrati a fine 2010. Nel quarto trimestre 2011 la realtà produttiva provinciale è caratterizzata da una diminuzione delle imprese attive rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (19.467 del 2010 contro i 19.371 del 2011). L’unico dato in lieve ripresa rispetto all’anno precedente riguarda le esportazioni del manifatturiero, soprattutto nei settori tradizionali degli alimentari (+11,2%), dell’abbigliamento (+26,1%) e del legno, carta e stampa (+79%).

Quanto detto è dimostrato in parte dai dati allarmanti forniti dall’Inps riguardo il versamento dei contributi da parte delle imprese, inseriti nel quadro dell’economia ternana dell’Istat. I dati raccolti, inerenti al secondo semestre 2011, parlano di 36.157.706 euro di contributi Inps non versati (15,4% sul totale), in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente con 33.846.296 euro non depositati nelle casse previdenziali (14,7% sul totale). Ancor più allarmante se si confronta con il 2009 quando i contributi non versati si attestavano a circa 27.316.404 euro (11,6% sul totale).

Segnali che evidenziano il grave stato di difficoltà in cui versano le aziende che ricorrono sempre di più al lavoro sommerso (su 1.861 verifiche del 2011, 151 sono lavoratori sommersi, 7,9% del totale). Nel 2011, il numero degli occupati cresce rispetto all’anno precedente di mille unità (91 mila del 2011 contro gli 81 mila del 2012). Nel dettaglio il numero di occupati cresce di 3 mila unità tra i lavoratori dipendente rispetto all’anno precedente, mentre diminuisce di mille unità tra gli autonomi. L’incremento maggiore è concentrato nel settore industriale (+ 3.000 unità rispetto al 2010). Il tasso di occupazione della popolazione in età di lavoro (15-64 anni) è pari al 60,7% e risulta in crescita di 0,5 punti percentuali rispetto al 2010 ma, nonostante ciò, rimane ancora al di sotto dei livelli riscontrabili nel periodo antecedente la congiuntura economica (2008). In questo quadro si registra un aumento dei disoccupati iscritti ai centri per l’impiego (26.731 del 2011 contro i 24.662 del 2010, +8,4%), soprattutto tra la popolazione straniera (+21,2% contro il +5,7% degli italiani). Per quanto riguarda, invece, gli ammortizzatori sociali, si riscontra un’attenuazione dell’utilizzo della cassa integrazione ordinaria (303.359 ore, -31,4% rispetto al2° semestre 2010) e straordinaria (258.685 ore, -37,9% rispetto al 2° semestre 2010) con una diminuzione su base annua, rispetto al 2010, del 17,3%.

Oltre a tutto ciò, si somma la situazione decisamente preoccupante relativa ai prestiti e depositi bancari delle famiglie e delle aziende. Nel corso del 2011, la crescita dei prestiti bancari nella provincia di Terni ha subito un rallentamento, maggiormente negli ultimi mesi dell’anno; a dicembre il credito è cresciuto dell’1,9% su base annua (5,5% alla fine del 2010). Sempre alla fine dell’anno, i prestiti alle famiglie consumatrici sono cresciuti del 2,9% su base annua, ma in misura inferiore ai valori fatti registrare nel corso dell’anno 2010 e attestatisi al 5,5%. Si registra la continua contrazione dei depositi delle famiglie (-1,2% su base annua) anche se in maniera ridotta rispetto al 2010 (-2,8%). Peggiori sono i dati relativi alle aziende dove i prestiti sono cresciuti solamente dello 0,6% su base annua contro il + 5,8% del 2010, mentre i depositi sono diminuiti dello 0,1% contro l’aumento del 6,1% fatto registrare l’anno precedente. Per quanto riguarda i protesti, si registra un aumento dell’11,1% nel secondo semestre del 2011 rispetto a quello del 2010, invece nel corso dell’intero anno si evidenzia un aumento del 4,1%.

Aumentano le famiglie in serie difficoltà economiche che non riescono a fronteggiare spese di modesto importo

Dal raffronto dei dati relativi agli impieghi-depositi bancari e protesti, si desume un sempre più marcato ed inarrestabile assottigliamento del risparmio, evidenziato non solo dalla diminuzione dei depositi bancari, soprattutto di quelli delle famiglie, ma anche dall’aumento degli impieghi e del numero complessivo dei protesti, a fronte di un importo totale di quest’ultimi minore rispetto al 2010. Il dato conferma l’incremento dei casi di insolvibilità per importi medi di minore consistenza già registrato a fine 2010, quindi un aumento delle persone in difficoltà economiche che non riescono a fronteggiare anche spese di modesto importo. Ad avvalorare questo quadro, c’è l’aumento della cessione del quinto da parte dell’Inps  che nel corso del 2011 si sono attestate su 673 richieste, rispetto alle 665 del 2010.

 

Rapporto Istat sull’economia ternana del 2° semestre del 2011

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