Rc Terni: ”Sindaco impedisca riaccensione Printer, è ora di liberare la Conca dagli inceneritori”

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inceneritoreIl sindaco può e deve impedire la riaccensione del secondo inceneritore di Terni, l’ex Printer. A sostenerlo è Rifondazione comunista che chiede coerenza al primo cittadino e sostiene che sia arrivato il momento di liberare la Conca dagli inceneritori. Nel proprio comunicato Rc non sembra però mettere nulla nel piatto: non viene messa in discussione la partecipazione all’attuale maggioranza consiliare e non si fa nemmeno cenno alla coalizione delle prossime elezioni amministrative. In sostanza, nel caso le proprie richieste ambientali non fossero accolte, Rc non prospetta alcuna conseguenza politica.

Il comunicato di Rifondazione comunista Terni:

 

“I lavori per la riaccensione dell’inceneritore Printer da parte della “Terni Biomassa”, società creata ad hoc dalla Tozzi Holding di Ravenna, rappresentano un atto di assoluta gravità, che insieme alla ripresa dell’attività dell’impianto Aria (ex Terni Ena) dell’ Acea, nel Dicembre 2012, sta riportando il nostro territorio ad un passato che tutti, nella nostra città, si auguravano di essersi lasciato definitivamente alle spalle.

Un passato di autorizzazioni facili, di valutazioni inadeguate, di concentrazione di impianti nocivi per l’ambiente e la salute umana in un’area già compromessa, che ora più che mai necessita urgentemente di una nuova strategia di sviluppo, ecologicamente e socialmente sostenibile.

La riaccensione dell’inceneritore Printer si basa sul vecchio articolo 210 del Testo Unico sull’Ambiente (successivamente abrogato), relativo alle autorizzazioni “in ipotesi particolari”; ciò ha portato la Provincia di Terni ad autorizzare l’impianto fino al 2019, senza che venisse effettuata né la Valutazione di Impatto Ambientale, né la verifica di assoggettabilità a tale valutazione, benché ne sussistessero i prerequisiti previsti dalla legge in base ai quantitativi (pari a ben 36 mila tonnellate l’anno di rifiuti) ed all’ubicazione, essendo l’area già interessata dalla presenza di altri due impianti. Una vicenda su cui, già nell’Aprile scorso, Rifondazione Comunista aveva interrogato la Regione, in qualità di ente competente per la VIA, rispetto alla necessità di revocare l’autorizzazione concessa dalla Provincia di Terni all’impianto di Printer, e che attende ancor oggi di essere affrontata.

Le leggi cambiano, le società falliscono, ma le autorizzazioni, specie se facili, sopravvivono, e divengono strumento di sciagurate avventure speculative.

Avventure sottratte all’applicazione della normativa nazionale di riferimento – normativa che, è bene ricordarlo, detta solo “le condizioni minime ed essenziali per assicurare la tutela dell’ambiente su tutto il territorio nazionale” (art. 3 del testo Unico sull’Ambiente) – ed alle prescrizioni del prossimo Piano Regionale di Qualità dell’Aria, dalle quali risulta l’assoluta necessità di liberare la conca ternana dall’incenerimento dei rifiuti e di far cessare tutte le attività di questo tipo ad oggi presenti.

Il Partito della Rifondazione Comunista di Terni chiede coerenza a quanti, in questi mesi, si sono impegnati ufficialmente nella nostra città per gettare le premesse di un nuovo modello di sviluppo per il nostro territorio, che superi le criticità presenti, mettendo i rifiuti al servizio di un processo di riconversione verde dell’economia locale, essenziale anche per dare un futuro certo alla chimica ternana. Un modello dove l’incenerimento dei rifiuti, siano essi urbani o industriali, in impianti privati o pubblici, al pari della produzione di CSS, non possono e non devono trovare posto sin da adesso.

Per questo chiediamo al Sindaco del Comune di Terni di esercitare, fino alle dovute conseguenze, i poteri a lui conferiti dalla legge in materia di tutela dell’ambiente e della salute pubblica, impedendo la riaccensione di Printer”.

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