Riordino province, Bottini: ”Pd pronto a misurarsi”, Nevi (Pdl) ammonisce il sindaco di Spoleto

Pd e Pdl guardano con speranza al riordino per salvare la Provincia di Terni. Il segretario regionale del Pd, Lamberto Bottini, torna a ribadire l’intenzione del Partito Democratico di lavorare al riequilibrio territoriale delle province umbre. Il capogruppo Pdl in Regione, Raffaele Nevi, ammonisce chi si tira indietro rifiutando un passaggio da una provincia all’altra.

Bottini ha spiegato che “il Pd intraprenderà un percorso aperto alle forze economiche e sociali per definire nei tempi previsti dal decreto una proposta di riassetto istituzionale funzionale alla tenuta e al rafforzamento dell’Umbria. I tempi sono oggettivamente strettissimi e inoltre è da definire meglio l’ampiezza e i margini di manovra dalla Regione. Comunque il Pd è pronto a misurarsi con questa nuova fase all’insegna della semplificazione e della razionalizzazione dei costi, cercando di tenere insieme efficienza e democrazia. E’ evidente – conclude Bottini – che questo percorso non dovrà penalizzare nessun territorio dell’Umbria, ma definire un quadro dove ognuno contribuisca a rilanciare su basi nuove l’identità regionale”.

Nevi, oltre a dover quotidianamente mettere una pezza sulle dichiarazioni del consigliere regionale Pdl Andrea Lignani Marchesani che boccia il riordino, interviene anche con una sorta di moral suasion rivolta a chi sta già mettendo i bastoni tra le ruote al processo di riordino. “A chi oggi con un po’ troppa fretta dice aprioristicamente no all’ipotesi di costruire una nuova provincia di Terni più grande, come sembra fare il sindaco di Spoleto, dico di essere molto attento a valutare bene tutte le cose, senza guardare solo all’oggi, ma capendo bene ciò che succederebbe il giorno dopo”.

“Come succede in una famiglia – afferma Nevi, in una nota della Regione – se c’é solidarietà tra i suoi componenti la famiglia dura ed è forte, ma se non c’é rischiano di rompersi quei legami e ciò porterebbe conflitti e, in questo caso, un sicuro inasprimento dei localismi. A quel punto chi ne farebbe le spese non sarebbero certamente i due maggiori centri (Terni e Perugia), ma tutti gli altri e si scatenerebbe una guerra totale anche per ciò che attiene la sanità, la cultura, il patrimonio, gli investimenti regionali e quant’altro. Quindi io auspico – conclude Nevi – che la Regione inviti tutti alla calma, a ragionare, e prenda in mano direttamente questa situazione, guidando questo processo per evitare che da questa vicenda l’Umbria intera ne esca con le ossa rotte, con una balcanizzazione dei rapporti territoriali e istituzionali, e tutto ciò complicherebbe molto il lavoro di chi guida la Regione”.

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