Riordino province, Liberati: ”Terni umiliata da rifiuti, stiamo mendicando territori, ora basta”

“Sulla vicenda dell’asserito riordino, quanto sta accadendo in queste ore, con le dichiarazioni del sindaco di Marsciano prima e con quelle del sindaco di Spoleto poi, entrambi esplicitamente ostili a passare con Terni, registriamo l’ennesimo segnale irriguardoso verso la nostra storia. Ma perché dobbiamo farci trattare così, sempre aspettando qualcuno che ci aiuti, come fossimo sotto tutela?”. E’ il presidente del comitato promotore del referendum di Terni con il Lazio, Andrea Liberati, a vedere nei rifiuti finora espressi da alcuni primi cittadini, una umiliazione per la città di San Valentino.

“Col referendum Terni – afferma ancora il presidente del comitato – può finalmente decidere direttamente, senza attendere Perugia come abbiamo fatto e continuiamo a fare da 40 anni; senza ulteriormente attendere le mosse, non di rado interessate, di politici o di altri gruppi. Decidano invece i cittadini, come accade nelle democrazie più sperimentate dell’Occidente”.

Per Liberati “è una sorta di amore non corrisposto, masochistico e doloroso quello praticato negli ultimi decenni da Terni con Perugia. Le dure affermazioni di questi primi cittadini confermano purtroppo quanto poco pesi e di quale immagine goda la Conca nel contesto politico-sociale regionale cui pure molto ha dato in termini non solo meramente economici, senza ricevere altrettante attenzioni. Stiamo dunque precipitando nell’ennesima situazione di debolezza, mendicando un pezzo di territorio, un villaggio, forse un brandello di muro direbbe il poeta, rischiando che in cambio ci venga chiesta la luna. Bell’affare! Il Comitato promotore dice basta: cambiamo alleanze, cerchiamo aria nuova. Guardiamoci finalmente intorno senza preconcetti”.

“I concittadini – conclude Liberati – riprendano in mano il futuro, firmando per un referendum che resterà quale unica arma democratica in loro mano per poter reagire alla rassegnazione, senza arrendersi a un destino di subalternità culturale, politica ed economica. Panta rei, tutto scorre: non è scritto da nessuna parte che si deve restare acriticamente con chi non ci ama”.

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