Riqualificazione di Palazzo Carrara: ospiterà uffici comunali. I lavori costeranno 700mila euro

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La sistemazione del piano terra, del primo e del secondo piano che andranno ad ospitare i nuovi uffici comunali delle direzioni Servizi educativi, scolastici e culturali. Il miglioramento sismico della parte strutturale, l’eliminazione di tutte le barriere architettoniche, compreso l’inserimento di un ascensore all’interno della struttura. La realizzazione di vani interrati, che ospiteranno la centrale di produzione caldo/freddo. Infine, la ristrutturazione di tutti gli impianti presenti al suo interno. Sono questi i lavori oggetto della riqualificazione di Palazzo Carrara che ha sede nella via omonima.

Il recupero della storica struttura, previsto nel Puc2, è stato aggiudicato dalla ditta appaltatrice tramite bando con il metodo dell’offerta al ribasso più economicamente vantaggiosa. Il costo totale della ristrutturazione per il Comune ammonta a 692.580 euro. A conclusione dei lavori, previsti nel 2013, come detto prima si trasferiranno gli uffici scuola e cultura di Palazzo Spada.

Nel dettaglio, al momento del trasloco, la direzione Servizi educativi e scolastici occuperà il piano terra e parte del primo piano dello stabile mentre la direzione Servizi culturali avrà posto in parte del primo e in tutto il terzo piano. Nella struttura riqualificata ci sarà comunque la presenza della Fondazione Toe (Ternana opera educatrice) fondata da Elia Rossi Passavanti che si andrà a stabilire nell’intero piano posto tra il piano terra e il primo piano.

Successivamente, con un ulteriore progetto, verrà riqualificata anche l’ala del palazzo lato via Carrara in modo tale da completare il recupero dell’intera struttura. Probabilmente, quest’area andrà ad ospitare altri uffici o un piccolo spazio museale.

Al momento, invece, gli uffici scuola e cultura si trovano nella ex foresteria di Corso Tacito. Nel 2013, quando inizierà lo spostamento di questi, sorgerà la questione in merito all’utilizzo della struttura. Si dovrà decidere se lasciarla a destinazione pubblica oppure venderla per ricavare qualche risorsa da destinare alle esigue casse comunali. Soluzione quest’ultima avversata da molti.

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