Rogo Thyssen, Cassazione: pene da rivedere. Ci sarà nuovo processo d’appello

Le sezioni unite penali della Cassazione hanno annullato con rinvio le condanne ai manager imputati per il rogo della Thyssen del dicembre 2007 in cui persero la vita 7 operai. Ci sarà quindi un nuovo processo d’appello a Torino in cui le pene dovranno essere riformulate.

I giudici supremi hanno confermato la responsabilità degli imputati ma hanno annullato senza rinvio una parte della sentenza di appello che riguarda una delle “circostanze aggravanti” contestate agli imputati. Sembra quindi esserci la possibilità di pene inferiori ma gli avvocati difensori non si sbilanciano: bisognerà attendere le motivazioni, che per legge vanno depositate entro 90 giorni, per chiarire tutti i punti della decisione dei supremi giudici. I legali degli imputati ritengono infatti “criptico” il dispositivo emesso stasera.

Come noto, tra i manager condannati c’è anche l’amministratore delegato delle acciaierie di Terni, che all’epoca dei tragici fatti aveva una delega al marketing e al settore commerciale. Pucci è stato condannato a 13 anni e mezzo di reclusione in primo grado; pena poi ridotta a 7 anni in appello (dove il reato è stato derubricato da omicidio volontario a omicidio colposo con colpa cosciente). L’ad dell’Ast si è sempre proclamato innocente ma anche deciso a non scappare nel caso di una condanna. In un’intervista di pochi giorni fa a Panorama, Pucci ha detto: “Io intendo aspettare il verdetto a casa, con la mia famiglia. In ogni caso non scapperò: un innocente non fugge”.

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