Rubavano a gioiellerie umbre: arrestati i giovani ”Bonnie e Clyde” romani

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posto-di-blocco-carabinieriGli investigatori li considerano i “novelli Bonnie e Clyde”: un ragazzo di 25 anni e una ragazza di 23, originari di Colonna (Roma), veri professionisti del furto con destrezza, specializzati nel rubare in gioiellerie, soprattutto umbre. La giovane coppia è stata arrestata dai carabinieri di Amelia e portata nel carcere di Rebibbia, mentre un presunto complice è ancora ricercato.

Le indagini dei militari amerini sono partite dopo che la coppia, il 26 luglio 2013, avrebbe messo a segno un colpo da 10 mila euro in una gioielleria di Avigliano Umbro. I due, ben vestiti, sarebbero entrati all’interno del locale come normali clienti. Dopo alcuni istanti, al momento propizio, uno di loro avrebbe distratto il commerciante consentendo così al complice di appropriarsi dei preziosi e nasconderli nella borsa. Il titolare della gioielleria si è reso conto dell’ammanco solo dopo un paio di giorni.

Dopo la denuncia, i militari hanno esaminato i fotogrammi del sistema di videosorveglianza del negozio, diffondendoli per le ricerche a tutti i comandi dell’Arma del territorio umbro. E’ stato quindi possibile identificare la coppia che, sempre secondo i carabinieri, con lo stesso modus operandi avrebbe tentato anche altri furti nelle province di Terni e Perugia, in particolare il 30 agosto a Baschi ed il 14 settembre a Città di Castello. Proprio il titolare di quest’ultima gioielleria, notando la stranezza di alcuni comportamenti della coppia si era insospettito invitando i due ad uscire dal negozio e aveva annotato il numero di targa di una Ford Fiesta da loro utilizzata, permettendo di rintracciarli.

I due giovani, già arrestati il 28 febbraio scorso per un tentato furto in una gioielleria della Capitale, sono stati riconosciuti, attraverso le foto segnaletiche, dai titolari delle gioiellerie. Il proprietario della Ford Fiesta, un uomo di 53 anni, è stato infine denunciato per favoreggiamento personale poiché non avrebbe collaborato con i carabinieri per l’identificazione della coppia nelle prime fasi dell’indagine: aveva sostenuto di non ricordare a chi avesse prestato l’auto nei giorni in cui erano stati commessi i furti.

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