Sangemini: i sindacati chiedono subito un tavolo di confronto in Regione. In ballo centinaia di posti di lavoro

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Subito un tavolo di confronto presso la Regione insieme ai vertici del gruppo per fare il punto della situazione sulla crisi che riguarda la Sangemini. E’ quello che hanno chiesto ieri mattina le sigle sindacali di Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil e le Rsu, nell’incontro che si è tenuto presso palazzo Gazzoli con l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Vincenzo Riommi.

L’obiettivo dei sindacati è quello di capire le reali intenzioni dell’azienda dopo la richiesta di concordato preventivo in bianco che ha spiazzato tutti. Infatti, soltanto un mese fa, il direttore commerciale e risorse umane Stefano Gualdi, in un incontro che si era tenuto presso gli uffici della Regione, aveva garantito un aumento di produzione di tutte le acque minerali del gruppo, la permanenza dell’acqua Fabia all’interno del territorio regionale e il mantenimento di tutti i livelli occupazionali. Dichiarazioni che avevano portato un po’ di sollievo tra i lavoratori degli stabilimenti, i sindacati e le istituzioni regionali. Invece, a distanza di breve tempo, come un fulmine a ciel sereno, la nota dell’azienda che comunicava la richiesta di concordato preventivo in bianco. Una decisione che ha ovviamente allarmato i lavoratori del gruppo mentre i sindacati chiedono garanzie sui livelli occupazionali visto che in ballo, a seguito della richiesta di concordato, ci sono centinaia di posti di lavoro.

Intanto, in tema di stipendi arretrati, il gruppo ha dichiarato di voler anticipare le spettanze di aprile in attesa che il giudice si pronunci su quelle di marzo. Maggiori dettagli sul proseguo della vicenda si avranno nell’incontro di domani mattina presso la Prefettura di Terni, alla presenza del prefetto Vittorio Saladino, i proprietari del gruppo Sangemini, gli assessori regionali Riommi e Rometti, i sindacati e i sindaci dei comuni di Acquasparta, San Gemini e Montecastrilli.

Infine non mancano attacchi verso la dirigenza del gruppo da parte dei sindacati, in particolare dalla Flai-Cgil, che la giudica colpevole di aver illuso tutti con il piano industriale presentato dal direttore commerciale e risorse umane Stefano Gualdi. Inoltre viene denunciato l’atteggiamento perseguito nell’ultimo periodo da alcuni dirigenti che “anziché preoccuparsi della gestione aziendale per la quale sono profumatamente pagati, vanno seminando zizzania tra i lavoratori cercando di dividerli e di delegittimare l’operato del sindacato, rischiando di compromettere ulteriormente la già delicatissima situazione nella quale versa l’azienda”.

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