Sciopero e manifestazione per Ast, le reazioni. Di Girolamo: ”Chiediamo rispetto”, Vendola: ”Via Crucis siderurgia”

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Quella di stamattina è stata una manifestazione pienamente riuscita in cui la città di Terni ha affermato con nettezza la volontà di difendere “fino all’ultimo bullone” le proprie acciaierie (qui l’articolo). E il messaggio della città di San Valentino e dei ternani non è passato inosservato. Sono molte le reazioni e le dichiarazioni in favore alla lotta dei lavoratori, a cominciare ovviamente dai rappresentanti delle istituzioni locali, ma parole di sostegno sono state spese anche da esponenti politici di livello nazionale.

Di Girolamo. “La giornata di mobilitazione di oggi dimostra che la città è unita e coesa nel chiedere il rispetto della sua grande tradizione industriale e siderurgica. Non chiediamo regali, ma la consapevolezza che qui ci sono 130 anni di storia, di professionalità, di tecnologia”, ha dichiarato il sindaco Leopoldo Di Girolamo che ha anche preso parte alla manifestazione. “Su questa vertenza c’è un sostegno ampio – prosegue Di Girolamo – che vede l’impegno, in maniera matura e responsabile, dei lavoratori dell’Ast, ma anche di tutta la comunità ternana, di tutte le forze politiche e sociali, di tutto il mondo produttivo. La partecipazione al corteo, la solidarietà che esso ha trovato al suo passaggio, sono un messaggio forte e chiaro che Terni è contraria allo spacchettamento del sito produttivo delle acciaierie e chiede il rispetto degli impegni presi. La volontà e la determinazione di una città intera saranno di nuovo poste all’attenzione dell’attuale proprietà del sito Ast e al Governo che è chiamato a interessarsi con forza di un sito per il quale passa un pezzo significativo della politica industriale del Paese”.

Polli. Il presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli, ha giudicato la manifestazione di oggi “fortemente partecipata dai lavoratori e della città, è la dimostrazione della piena consapevolezza della posta in gioco da parte dell’intera comunità. E’ a tutti evidente – ha aggiunto il presidente – la situazione in cui è stato messo il sito industriale dall’ultima proposta Outokumpu che rischia di compromettere il futuro industriale della fabbrica ternana. Per questa ragione è necessario spingere con grande forza e determinazione a tutti i livelli, perché il governo e l’Unione europea respingano quella proposta che invece di affrontare i temi della concorrenza, tenta di ridurla eliminando un possibile forte competitore quale sarebbe il sito di Terni. E’ necessario invece garantire una prospettiva importante e certa all’Ast sul mercato internazionale e questa prospettiva passa innanzitutto per la salvaguardia del nostro sito. Il successo della manifestazione di oggi rappresenta un forte sostegno alla battaglia politica che deve essere combattutta fino in fondo per dare un futuro all’Acciaieria”.

Delli Guanti. Il segretario comunale del Partito Democratico, Andrea Delli Guanti, fa sapere che “il Pd di Terni ha aderito formalmente allo sciopero odierno, promosso dalle organizzazioni sindacali e dalle RSU dello stabilimento, in difesa del polo siderurgico e della sua dimensione fondamentale per il tessuto produttivo di questa città e di questo territorio, nonché come elemento imprescindibile per l’intero settore dell’acciaio italiano. Se l’Italia vuole restare nel circuito internazionale per la produzione degli acciai speciali – prosegue Delli Guanti – non può fare a meno di Terni ed il piano della multinazionale finlandese, presentato alla Commissione Europea in queste ore, va respinto con decisione e senza indugi al mittente”.

Per il segretario del Pd Terni “non basta una dichiarazione in cui si prende un generico impegno a trovare un buon acquirente perché sono proprio le basi su cui è orientata ad agire Outokumpu che inibiscono nei fatti le soluzioni di maggior spessore e perché sa di beffa la valutazione di eccellenza che viene da Helsinki sul sito ternano che oggi si prefigge di smantellare e cannibalizzare”. Delli Guanti auspica quindi che “il Governo utilizzi tutta la sua riserva di credibilità internazionale per sollecitare le Istituzioni e le diverse cancellerie europee affinché Outokumpu ritiri al più presto un piano che appare fortemente lesivo della dignità di un’intera comunità e di un intero Paese. Il Partito Democratico di Terni – conclude – lavorerà esclusivamente in questa direzione; per dare la giusta visibilità e la corretta dimensione alla lotta dei lavoratori e dell’intera città e per portare la questione ai massimi livelli possibili, sollecitando fin da subito il partito nazionale e gli eletti nei Parlamenti italiano ed europeo”.

Vendola. L’eco della manifestazione è finita anche all’attenzione del leader di Sinistra Ecologia e Libertà, Nichi Vendola, che ha così commentanto: “L’altro ieri Taranto, ieri Piombino, oggi Terni. Siamo di fronte ad una vera e propria Via Crucis della siderurgia italiana e del nostro sistema industriale. Il grido di dolore che viene da questi territori, non può continuare a rimanere inascoltato. Il governo italiano affronti seriamente con una politica industriale adeguata la situazione difficile di uno dei comparti strategici del Paese”.

Nencini. “Un importante sito produttivo italiano, il polo siderurgico di Terni, rischia di essere smembrato per poi far trasferire una parte della produzione in Finlandia (parte della struttura più efficiente dell’acciaieria) provocando una enorme perdita di valore del sito industriale e l’inevitabile conseguenza dell’inizio del declino dell’azienda stessa”. Lo dice Riccardo Nencini, segretario nazionale del Partito Socialista Italiano. “E’ uno scenario da scongiurare in ogni modo – prosegue Nencini – perché depredando la capacità produttiva e concorrenziale di un impianto simile, si rischierebbe, non solo di perdere un presidio così importante e competitivo per l’asset del sistema italiano, ma, ancor peggio, di mettere a repentaglio il posto di lavoro di oltre tremila dipendenti. Il Governo – conclude – intervenga urgentemente a salvaguardia di una grande industria italiana. E lo faccia subito, non vogliamo un’altra Taranto”.

Ferrero. “Rifondazione comunista sostiene fino in fondo la lotta degli operai dell’Ast di Terni che oggi sono scesi in piazza contro la decisione della multinazionale finlandese Outokumpu di saccheggiare l’impianto e abbandonare al loro destino migliaia di lavoratori e le loro famiglie”: è quanto afferma Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, secondo il quale “forte è il sospetto che il governo Monti si sia svenduto le acciaierie”.

“Per fugare ogni dubbio – aggiunge Ferrero in una nota – é necessario che quando il ministro Passera incontrerà il prossimo 16 ottobre la dirigenza della Outokumpu siano presenti anche le istituzioni locali e i sindacati. Se il governo non ha nulla da nascondere faccia le trattative alla luce del sole”. Secondo Ferrero, “le acciaierie di Terni devono mantenere il loro carattere di sito produttivo integrato, senza il quale sono condannate al declino e con essa l’economia dell’intera regione”.

Dottorini. Per il capogruppo dell’Italia dei valori in Consiglio regionale, Oliviero Dottorini “la scelta di smembrare le acciaierie di Terni è scellerata e rischia di mettere in seria crisi l’intero tessuto economico e produttivo della nostra regione. Il Governo nazionale deve immediatamente cambiare rotta sulle politiche industriali, prendendo esempio da quello che hanno fatto altri Stati, con governi che sono intervenuti in modo diretto per sanare situazioni disastrose. Basti pensare a Obama con la Chrysler o alla Merkel con la Opel. La partita che si sta giocando – continua Dottorini in un comunicato della Regione – è di carattere internazionale e per affrontarla serve un Governo autorevole, che non pensi solamente agli equilibri di bilancio e alla riduzione della spesa pubblica. L’importante manifestazione di oggi deve essere da stimolo al Governo per mettere in campo una strategia urgente, che tuteli il patrimonio industriale e di innovazione di cui le acciaierie ternane sono portatrici. Quelli di Terni – conclude Dottorini – sono gli stabilimenti siderurgici tecnologicamente più avanzati d’Europa e una loro chiusura potrebbe danneggiare irrimediabilmente l’intero comparto industriale italiano”.

Bravi. Il segretario Cgil dell’Umbria Mario Bravi, che oggi ha partecipato alla manifestazione, afferma che “il mondo del lavoro umbro oggi si stringe tutto intorno agli operai dell’Ast di Terni, perché la battaglia in difesa del polo siderurgico, eccellenza non solo italiana, ma anche europea, è una battaglia che la regione deve combattere unita e compatta. Ribadiamo – ha aggiunto – che il governo nazionale deve prendere in mano questa situazione e far tornare la multinazionale Outokumpu sui suoi passi ma siamo anche consapevoli che questa partita si gioca pure in Europa, dove due Paesi come Finlandia e Germania, che spesso imputano all’Italia scarsa competitività, ora rischiano, con le loro politiche industriali, di menomare il futuro di uno stabilimento di assoluta eccellenza a livello europeo e mondiale. Per questo – conclude Bravi – accanto all’azione del governo nazionale, servirà che le istituzioni europee si muovano al più presto in difesa del polo siderurgico ternano”.

Romanelli. Secondo il segretario della Cgil di Terni, Attilio Romanelli, quella di oggi è stata “una grossa mobilitazione della città e dei lavoratori, con l’affermazione della consapevolezza dell’importanza che ha questo confronto sul piano industriale. Terni è ‘la Terni’ – ha continuato facendo riferimento allo stabilimento dell’Ast – e questa comunità non potrà sicuramente fare a meno delle sue attività e delle risorse finanziarie ed economiche che muove”.

De Sio. “Un’azione unitaria e decisa delle istituzioni e dei lavoratori per chiedere al Governo nazionale di opporsi alla scellerata ipotesi di smembramento delle acciaierie ternane”. È l’auspicio del consigliere regionale Pdl Alfredo De Sio che, insieme al capogruppo in Regione Pdl Raffaele Nevi, ha partecipato alla manifestazione. “Oggi – commenta De Sio – l’obiettivo era di mandare un segnale di netto rifiuto da parte di tutte le istituzioni, partiti e sindacati all’ipotesi di spezzatino delle produzioni dell’acciaieria. Occorre che il Governo nazionale mostri la sua autorevolezza dichiarando la non percorribilità del percorso individuato. Tutto ciò – spiega De Sio – dovrà avvenire in tempi brevi e attraverso parole chiare. La truffa finnico-tedesca ai danni di interessi nazionali è palese e deve essere denunciata e respinta ad ogni costo”. In conclusione, De Sio fa sapere “dell’impegno dei Parlamentari nazionali ed europei nel seguire costantemente la vicenda, incalzando Governo ed Unione Europea per una positiva soluzione”.

Locchi. “Le acciaierie di Terni sono ostaggio di scelte irricevibili e illogiche. Si rischia di smembrare uno degli stabilimenti di massima innovazione e competitività a livello europeo: una situazione molto differente da quella che riguarda altre realtà siderurgiche italiane”. Anche Renato Locchi, capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale, ha preso parte questa mattina allo sciopero di tre ore indetto dalla maestranze delle Acciaierie speciali di Terni. Locchi esprime a nome di tutti i consiglieri regionali del Pd “vicinanza e solidarietà ai lavoratori” e ribadisce l’impegno del suo partito “su tutti i livelli, per una positiva soluzione della vertenza”.

Rosi. “Grande preoccupazione per quanto sta accadendo alle acciaierie di Terni. Su questa vicenda, che ha assunto carattere europeo, al di la di quanto affermato dal vice presidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli, che le istituzioni non possono intervenire sulla questione, la Regione Umbria non può acconsentire silenziosamente che prevalgano logiche solo economiche”. Lo scrive Maria Rosi, consigliere regionale del Pdl, per la quale “oltre alle strategie aziendali, andrebbe valutato l’impatto sociale che una scelta scellerata, come quella che si sta prendendo (smembramento dell’azienda, mantenendo soltanto il comparto più proficuo e remunerativo), produrrebbe sull’intero territorio. Oggi – aggiunge Rosi -, in questa difficilissima fase economica e quindi occupazionale, non si possono fare scelte legate soltanto al mero interesse economico, perché poi, nel lungo periodo, il sistema va in crisi”.

Rosi, nel ricordare lo “smembramento” dell’azienda A. Merloni e le conseguenze che ciò ha prodotto nel vasto territorio appenninico, rimarca come non sia più procrastinabile “una visione imprenditoriale che sia legata anche al sociale”. Per l’esponente del centrodestra, “oggi è necessario prevedere contratti di solidarietà, basati su orari lavorativi ridotti in modo tale da permettere l’impiego di più lavoratori. Va invertito il pensiero, concentrato solo su logiche e strategie proprie delle multinazionali. Sostanzialmente – spiega – va trovato il giusto equilibrio tra libera imprenditoria e rispetto del tessuto economico regionale. È assolutamente necessario che le istituzioni pongano maggiore attenzione per le famiglie dei lavoratori, dipendenti delle aziende in crisi e verso le aziende stesse. Se questo non avverrà – conclude Rosi – l’intero sistema economico umbro andrà verso il collasso totale”.

 

 

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