Siglato Patto per Terni sicura: i provvedimenti che saranno adottati

Questa mattina prefettura, Regione, Provincia e Comune, alla presenza del sottosegretario all’Interno, Giampiero Bocci, hanno firmato il Patto per Terni sicura. Il protocollo prevede alcuni provvedimenti tra cui la costituzione di un gruppo di monitoraggio, il potenziamento del sistema di video-sorveglianza e della rete di illuminazione, la manutenzione del verde pubblico.

Secondo quanto sancito dal documento, verrà sviluppata ulteriormente la collaborazione tra le forze di polizia statali e locali, che daranno vita a un “gruppo di lavoro per la sicurezza” che ogni sei mesi monitorerà la situazione dei delitti. Previsti anche interventi di contrasto alla criminalità economica, all’abusivismo commerciale ed al lavoro nero e azioni in materia di sicurezza stradale, di lotta alle dipendenze e di tutela delle fasce deboli.

Secondo Bocci, “Terni è una città che ha già un buon margine di sicurezza, anche se i furti in abitazione hanno un impatto particolarmente violento sui cittadini e rappresentano un problema serio. Per questo il Patto è una buona pratica che si aggiunge agli strumenti già esistenti”. Bocci ha poi sottolineato che Terni “non dovrà temere le riforme annunciate dal Governo in merito alla nuova articolazione delle prefetture”, annunciando che la prefettura “rimarrà, non rientrerà nella tagliola e manterrà, come Perugia, tutti i poteri”.

Alla firma, presenti, oltre a Bocci, il sindaco e presidente della Provincia Leopoldo Di Girolamo, l’assessore regionale alla Sicurezza, Fabio Paparelli, e il prefetto Gianfelice Bellesini. Quest’ultimo ha evidenziato che le statistiche segnalano sul territorio un calo, tra il 2013 e il 2014, del 9% del totale dei delitti e del 14% per quanto riguarda i furti in abitazione. “Il quadro è assolutamente positivo – ha commentato – ma con questo Patto si dà concretezza e forza alla sinergia tra forze dell’ordine e magistratura, che rappresenta il modello vincente”.

L’appuntamento di oggi è stato anche l’occasione per la consegna gratuita di tre auto alla questura da parte della Regione.

PROMETHEUS Questa mattina l’associazione Prometheus (che riunisce le sigle sindacali delle forze di polizia dell’Umbria), fa il punto della situazione sulla sicurezza, individua alcune criticità e commenta positivamente la firma del patto. La nota di Prometheus:

“E’ innegabile che i reati contro il patrimonio, anche in città piccole come Terni e Perugia, destano un grande allarme sociale, essendo , come già abbiamo avuto modo di dire, molto più simili a reati contro la persona, la sua intimità e la famiglia, che contro il patrimonio, andando contro il diritto alla sicurezza, che caratterizza la vita di tutte le comunità

Purtroppo la criminalità sul nostro territorio si sta strutturando e organizzando, migrazione predatorie, pendolarismo criminale, diffusione di una varietà sempre più diversificata di sostanze stupefacenti. Come già detto, verso questi reati ci dovrebbe essere una uniformità di pene in tutta Europa, cosa che dovrebbe scoraggiare questo pendolarismo o perlomeno, la commissione di questi reati nel nostro territorio.

Partendo dal presupposto che questi tipi di reati interessano tutto il territorio nazionale, ma che nelle città più piccole è sicuramente più sentito e subito, è indispensabile lavorare in maniera integrata non solo tra forze dell’ordine ma anche tra queste i cittadini e le altre istituzioni.

Con grande senso del realismo, pensiamo, di dover ammettere che andiamo verso un profondo cambiamento del concetto di “controllo del territorio”, non dobbiamo illudere nessuno, promettendo più pattuglie e uomini. Il controllo del territorio, oggi, significa sinergie di forze e ricchezza di informazioni provenienti dal territorio (denunce, esposti, segnalazioni ecc) accesso a tutte le banche dati, quali ad esempio elenchi passeggeri voli e quant’altro utile allo scopo. Non credo personalmente che la risposta siano le ronde fatte da cittadini, che metterebbero a repentaglio solo la loro incolumità, ma penso che un maggior controllo sociale, cioè riuscire a notare e segnalare tutto quello che, anche se non riguarda direttamente noi, potrebbe essere utile alle Forze dell’Ordine, come targhe,, persone o atteggiamenti sospetti, che potrebbero essere considerati non usuali.

Bene gli strumenti di difesa come le telecamere, magari da non considerare solo come strumenti passivi, cioè per ricercare gli autori di un reato o di un delitto già compiuto ma come strumento attivo, cioè prevedere la possibilità che qualcuno le guardi in tempo reale e, magari, riesca a prevenire la commissione di reati, con l’obiettivo dichiarato di arrivare prima possibile alla creazione di un’unica sala Operativa che raccolga informazioni e pianifichi gli interventi delle Forze dell’Ordine nel territorio.

Naturale che in questo contesto sarebbe importante anche il confronto e la formazione integrata delle forze dell’ordine. E’ in questa ottica che accogliamo con soddisfazione la firma del patto “Terni sicura”, come inizio di questo processo di integrazione (probabilmente da implementare e perfezionare) che ci piace ricordare, vede sempre la Forze dell’Ordine come responsabili e in grado di fare una sintesi tra tutti gli attori che operano nel delicato settore della sicurezza.

Apprezzabile e da sottolineare il gesto di fornire le Forze dell’Ordine di autovetture che altri non usano più, sperando che sia solo l’inizio di un processo di osmosi e collaborazione che con il tempo possa perfezionarsi fono a diventare un “sistema di sicurezza partecipato”, in grado di dare risposte adeguate e soddisfacenti al bisogno socialmente diffuso di sicurezza.

CECCONI La scorsa settimana sull’argomento sicurezza era intervenuto anche il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Marco Cecconi che in una nota aveva scritto: “L’eccellente operazione di polizia di venerdì scorso, che ha permesso di assicurare alla giustizia una pericolosa banda di albanesi responsabile di gravissimi reati a danno della nostra comunità, ha fatto cadere definitivamente il velo di Maya sulla questione-sicurezza a Terni. In verità, a nostro avviso è stato sempre chiaro come stessero effettivamente le cose, ampiamente fotografate (per ultimo) anche dall’indagine annuale condotta dal Sole 24Ore sulla vivibilità delle città italiane, resa nota a fine novembre-2014: un’indagine che ha visto la città di Terni perdere complessivamente 23 posizioni rispetto alla classifica nazionale dell’anno precedente e che, per quanto riguarda specificatamente l’ordine pubblico, ha visto la nostra città collocata inesorabilmente nella parte bassa della classifica, collocata tra le venti peggiori città italiane rispetto ai furti”.

Aveva aggiunto Cecconi: “Come nel caso della qualità dell’ambiente, si tratta di una vera e propria emergenza: che (come per quella ambientale) da parte dell’Amministrazione comunale è stata sempre avvolta nelle nebbie del negazionismo. Stupisce dunque la singolare solerzia con la quale, dopo aver sventolato per mesi e mesi il falso teorema di ‘Terni città sicura’, adesso (all’indomani degli arresti e proprio alla vigilia del consiglio comunale di lunedì prossimo 9 febbraio, che vede all’ordine del giorno anche un atto di indirizzo da me presentato due mesi fa proprio sull’emergenza-sicurezza a Terni) si annunci la stipula in Prefettura di un “Patto” interistituzionale dai contenuti peraltro niente affatto identificati”.

Il consigliere di FdI aveva scritto: “Di fronte all’ennesima dimostrazione che quella del Comune sia nient’altro che la politica degli annunci, ricordiamo quello che noi abbiamo proposto due mesi fa: ovvero, ‘attivare al più presto un tavolo tecnico con la Prefettura, le Forze dell’ordine, le Associazioni di categoria; affidare a tale tavolo tecnico il compito di mettere in cantiere tutte le misure ordinarie e straordinarie necessarie ad affrontare in termini adeguati l’emergenza-sicurezza; mettere mano con tempestività, in questo contesto, al necessario potenziamento delle risorse umane e strumentali del Corpo di Polizia Municipale, attualmente molto sottodimensionate rispetto agli standard di legge; riferire al Consiglio sugli esiti di quanto sopra, entro un mese dall’istituzione del tavolo. Finora, il tutto è rimasto senza risposta’. E quello che ci auguriamo, arrivati a questo punto, è che per mettere mano in concreto a queste prime indispensabili misure non si debba attendere la prossima retata o che, comunque, i buoi siano di nuovo scappati dalla stalla”.

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