Sparò al figlio nel corso di lite per gestione di un residence: imprenditore ternano condannato a 5 anni
I giudici hanno derubricato il capo di imputazione, anche alla luce di quanto emerso dalla perizia balistica in base alla quale dal corpo del figlio sarebbero stati estratti soltanto dei frammenti di proiettile, che lo avrebbero ferito di ‘rimbalzo’. Secondo la ricostruzione processuale, la breve colluttazione che seguì la lite favorì lo sparo; il colpo che poi ferì il figlio alla gamba sinistra sarebbe partito accidentalmente.
E’ stata quindi sposata la tesi della difesa secondo la quale l’imprenditore sparò due primi colpi a terra per dissuadere Carlo dai suoi propositi aggressivi poi nel corso della colluttazione tra i due, partirono altri tre colpi e uno di questi ferì il figlio.