Tajani (Ue): ”Ast sarà dismessa come sito di produzione integrato”. Rinaldi: ”Sconcertante”

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“L’Ast Terni sarà dismessa come sito di produzione completo e totalmente integrato. In tal modo saranno garantite l’attuale sostenibilità e la competitività del sito. Inoltre, approvando l’acquisto, la Commissione intende garantire il mantenimento della sostenibilità e della competitività di Terni”. Il vicepresidente della Commissione Ue e responsabile europeo per l’Industria, Antonio Tajani, oggi ha risposto con queste parole ad una interrogazione parlamentare bipartisan sottoscritta da 65 europarlamentari italiani, tra i quali i vicepresidenti Pittela e Angelilli nonché tutti capigruppo.

Una risposta “sconcertante” secondo il capogruppo Idv, Niccolò Rinaldi. “Tramite il vicepresidente Tajani – scrive in una nota – si afferma che l’AST sarà dismessa come sito di produzione completo e totalmente integrato, in modo da garantire l’attuale sostenibilità e la competitività del sito. E’ difficile concepire due affermazioni più contraddittorie tra loro e viene da chiedersi in quale modo si possano rappresentare nella Commissione non solo gli interessi italiani, ma quelli dell’industria europea, visto il lavoro svolto in seno al Parlamento di concerto con sindacati, istituzioni locali e anche a stretto contatto con il governo italiano”.

Nella sua risposta alla interrogazione Tajani ricorda che a breve si terrà una Tavola Rotonda ad alto livello sull’industria siderurgica e che entro il giugno 2013 saranno terminati i lavori di preparazione per un piano d’azione per l’industria siderurgica europea. “Se questo è il modo di procedere – ha commentato Rinaldi – non sappiamo cosa aspettarci dall’annunciato tavolo europeo sull’industria siderurgica europea, i cui lavori dovrebbero rilanciare il settore. Le conclusioni, precisa la Commissione nella sua risposta, sono previste per giugno del 2013. Nel frattempo Terni sarà nelle mani asiatiche o di un fondo di investimento, e avrà perso la sua filiera integrata, per la gioia di un’Europa inconsapevole dei suoi errori”.

Ciò che preoccupa, evidentemente, è la parola “dismessa” che Rinaldi sembra aver interpretato nel significato di “non praticare più”, “cessare di essere”. Potrebbe però trattarsi di un malinteso: dismettere significa infatti anche “cedere, vendere”. Nel recente passato tale parola è stata più volte utilizzata nei comunicati stampa di Outokumpu (nella versione inglese “to divest”) proprio per intendere la cessione di Ast. Se Tajani avesse quindi utilizzato la parola “dismettere” con questa accezione, la sua frase non risulterebbe allarmante bensì rassicurante: significherebbe che le acciaierie di Terni sarebbero “cedute” come sito integrato, senza spezzatini. L’auspicio è che il vicepresidente della Commissione Ue intendesse esprimere proprio questo concetto. In un momento in cui la parola d’ordine, espressa più volte da sindacati e istituzioni, è “non abbassare la guardia”, andranno certamente chiesti urgenti chiarimenti a Tajani.

Aggiornamento 19/12/12 ore 15,30: il portavoce di Tajani ha spiegato il senso delle affermazioni di Tajani: qui l’articolo

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  • Dogobull96

    Adesso la chiusura dell’AST è certificata anche da un commissario Europeo.
    Più chiaro di questa dichiarazione……..

  • Giampy

    Grazie Tajani per aver fatto capire che vento tira. Mo pero ce devi da quache spiegazione perche siamo arrivati a questo punto……e credo che te tocca rimboccatte le manicucce….
     

  • Suro

    Ma come si può accettare di essere governati e rappresentati da tali mente gatti?

    E’ difficile pensare che dietro non ci sia una regia comune.

    Cari italiani…

    • Pippo

      gatti? … 

      • Suro

        mentecatti è una parola che non voglio utilizzare su di un forum pubblico riferendomi ad una persona.

        Comunque, sembrerebbe che questo signore volesse dire che “verrà venduta tutta intera”, cioè “dismessa” stava per “ceduta”, meglio così per l’AST, molto peggio per chi parla senza cognizione dei termini che usa.

        • -malex-

           Infatti certa gente designata a rappresentarci … non sa nemmeno parlare in italiano.