Tassa Tevere-Nera: ricorsi presentati nel 2007 bocciati, in arrivo migliaia di bollettini, fila alle poste

Stanno arrivando in questi giorni i bollettini per il pagamento del contributo di bonifica del consorzio Tevere-Nera risalenti al 2007. Il pagamento era stato temporaneamente sospeso fino ad oggi in quanto pendevano i ricorsi avanzati contro il pagamento della tassa.

In totale sono stati 4.500 i ricorsi effettuati da altrettanti consorziati residenti nel centro storico ed in alcune zone collinari e montane del comprensorio ternano. Ora che il contenzioso si è risolto a favore del consorzio di bonifica, dallo stesso fanno sapere che sono stati spediti gli avvisi di pagamento in forma coattiva: “Tali aree erano state provvisoriamente sospese dalla riscossione con delibera 431/2007, visto il forte contenzioso innescato. L’Ente aveva assunto questa decisione, al fine di poter analiticamente studiare ed approfondire giuridicamente le posizioni di questi contribuenti. Il Consorzio dopo aver vinto, nei vari gradi di giudizio, gli oltre 4.500 ricorsi presentati, non poteva non elaborare il ruolo del 2007. Pertanto sono stati spediti gli avvisi in forma coattiva, vista l’annualità pregressa”.

Ulteriore beffa per i cittadini chiamati a pagare l’odiata tassa: in molti casi i bollettini devono essere ritirati all’ufficio postale di via Bramante. I contribuenti così, oltre a mettere mano al portafogli già depredato da tante imposte e tasse, sono anche costretti ad affrontare lunghe code sprecando decine di minuti del proprio tempo.

Il consorzio ribadisce che circa 20 mila persone residenti nel centro di Terni e Narni Scalo potrebbero essere esentate dal pagamento del tributo nel caso in cui la Regione accettasse la formula avanzata dagli stessi consorzi: ossia recuperare i circa 800 mila euro di mancato introito con un finanziamento regionale per interventi di manutenzione ordinaria in amministrazione diretta, insieme ai 300 mila euro di risparmi interni già effettuati dai consorzi. In quel caso sarebbero le persone non esentate a subire l’ulteriore vessazione.

Stampa