Terni, accoglienza profughi, Arci replica a Hotico: “Atteggiamento incomprensibile”

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Arci TerniIeri la presidente della Consulta degli Immigrati di Terni, Maria Hotico, aveva indirizzato dure critiche ad Arci Terni in merito alle politiche di accoglienza, chiedendo inoltre trasparenza sui conti economici. Oggi Arci replica giudicando “incomprensibile” l’atteggiamento della Consulta e difendendo il proprio operato.

Il comunicato di Arci Terni:

“L’atteggiamento della Consulta per l’Immigrazione di Terni è quantomeno incomprensibile, e oltrepassa purtroppo il confine del ‘querelabile’.

Da un anno aspettiamo un incontro operativo, dopo che avevamo avuto modo di confrontarci su questioni specifiche ricevendo anche proposte di ‘assumere’ qualcuno dei suoi membri. L’Arci non ha alcun problema nel ricevere tali sollecitazioni, è sempre auspicabile lavorare con le porte aperte e completamente disponibili alle collaborazioni, tanto più con cittadini di origine diversa da quella italiana, ma questa è la prassi quotidiana: oltre 10 persone collaborano con noi come traduttori e/o mediatori. Nessuno però, in questo momento, in ‘quota Consulta’.

Riteniamo che non spetti alla Consulta il ruolo ispettivo che vuole assumere di volta in volta su casi particolari. Comunque sia i progetti, le gare e pure i bilanci sono tutti pubblici.

Nello specifico di OroNero si è tentato, in un’ottica assolutamente familiare, di ‘lavorare insieme’ per impiegare il tempo e imparare qualcosa nell’ambito educativo delle così dette competenze ‘non-formali’ e ‘informali’. A tutti i beneficiari che hanno partecipato (esclusivamente su base volontaria) verrà data l’opportunità di partecipare ad un corso di potatura di carattere laboratoriale ed in seguito ad un vero e proprio corso di formazione riconosciuto (come già fatto in passato).

Da noi le persone ricevono diverse opportunità di orientamento al territorio e formazione alla cittadinanza: scuola di italiano, volontariato, laboratori, tirocini formativi. Noi come organizzazioni del volontariato e del tempo libero abbiamo l’obbligo di proporre a chi arriva oggi nel nostro Paese quelli che riteniamo i cardini del nostro patto sociale: diritti, lavoro, partecipazione, mutualismo.

Le accuse di caporalato sono veramente ridicole: produrre 136 litri di olio con un costo d’asta di 700 euro, più le spese per materiali e benzina significa rischiare (qualora le donazioni per l’olio fossero congrue) di andare in pareggio.

Parliamo di quantità di raccolto paragonabile a quello di una famiglia con pochi ulivi… che spesso vengono raccolte da coppie di anziani in meno di una settimana. Noi in 30 in circa trenta giorni… uno sfruttamento su base volontaria di proporzioni sicuramente abnormi! Il tutto in un quadro di applicazione del protocollo sul volontariato della Prefettura e del regolamento sulla gestione dei Beni Comuni di Terni e Narni.

Speriamo che tale atteggiamenti da parte di un organismo democraticamente eletto come quello della Consulta non incentivino fenomeni di pregiudizio e ancor meno di xenofobia. E’ l’ultima cosa di cosa di cui i migranti hanno bisogno. OroNero è una traccia di lavoro per il futuro. E’ un messaggio in una bottiglia, nulla di più”.

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