Terni, appalti: arrestati il sindaco Leopoldo Di Girolamo e l’assessore Stefano Bucari

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leopoldo-di-girolamo-trArrestati il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, e l’assessore ai Lavori pubblici, Stefano Bucari. Si tratta di una svolta clamorosa dell’inchiesta su diversi appalti pubblici affidati a cooperative della città. Sia il primo cittadino che l’assessore sono stati posti agli arresti domiciliari. E’ invece scattato il divieto temporaneo di esercizio dall’attività di impresa cooperativa per Sandro Corsi della coop Actl e Carlo Andreucci della coop Alis.

E’ il capo della Procura della Repubblica di Terni, Alberto Liguori, ad illustrare il quadro accusatorio.

LE INDAGINI Le indagini “al momento ed allo stato degli atti” hanno riguardato “la manutenzione ordinaria del verde pubblico sia in città sia all’interno dei cimiteri urbani, la gestione dei Servizi cimiteriali, nonché la gestione dei servizi turistici presso l’area della Cascata delle Marmore”.

L’ACCUSA Scrive il procuratore Liguori: “Il quadro che è emerso ha consentito di fare luce sulla illecita gestione della cosa pubblica, negli anni a cavallo tra il 2011 ed il 2016, che, in luogo di operare nel rispetto delle regole comunitarie e nazionali della libera concorrenza finalizzata alla scelta del miglior contraente, è stata improntata all’alterazione delle regole di mercato secondo un sistema illegale finalizzato a favorire le medesime cooperative sociali di tipo B, operanti nel territorio di Terni e con affluenza extraprovinciali ed extraregionali, attraverso l’individuazione e successivo inserimento nei bandi di gara di requisiti spaziali – possesso di un’unità operativa nel territorio – e di requisiti strutturali – inserimento lavorativo di persone svantaggiate”.

Prosegue il capo della Procura di Terni: “Il percorso criminale ha trovato completamento nell’illecito frazionamento dell’importo d’asta in modo da eludere le prescrizioni del codice degli appalti e le norme comunitarie vincolanti che impongono la scelta attraverso una gara degli appaltatori e non consentono l’individuazione del contraente con l’utilizzo dei bandi modellati su di esso. Il risultato previsto e concordato delle irregolarità era l’aggiudicazione dell’appalto alle medesime cooperative sociali”.

COOP FAVORITE Spiega Liguori: “In particolare, l’amministrazione, al fine di far conseguire l’appalto pubblico sempre allo stesso contraente, in violazione delle prescrizioni dell’ANAC e delle annotazioni di alcuni responsabili del settore servizi pubblici del Comune di Terni, ha predisposto gli appalti ad importo frazionato (ad esempio se il prezzo di un appalto era 10, è stato frazionato in più tranche) in maniera da evitare l’asta pubblica ed assegnare i lavori con la procedura negoziata (consentita solo per lavori di modesto importo) alle cooperative di tipo B preventivamente individuate nel bando con previsioni che solo le dette cooperative avevano. Infatti, una volta ridotta fraudolentemente la base d’asta sotto soglia comunitaria, l’amministrazione ternana ha potuto liberamente ed in maniera riservata negoziare con le solo cooperative sociali di tipo B operanti in Terni e Provincia, già munite nell’atto costitutivo del requisito previsto nel regolamento comunale del 2013 dell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate”.

PROROGHE Secondo l’accusa “il meccanismo fraudolento descritto ha trovato completamento criminale nel senso che l’amministrazione comunale ha favorito sempre le medesime cooperative facendo ricorso, alternativamente ed ingiustificatamente, dapprima alla proroga degli appalti di servizio scaduti, così come poi alle procedura in economia e/o dell’affidamento diretto, anziché bandire una gara nuova, adducendo motivazioni apparenti e pretestuose, sempre attraverso il frazionamento dei lavori in piccole commesse tali da eludere la norma primaria, così continuando a garantire, a volte, anche per oltre 5 anni consecutivi la gestione del contratto al medesimo raggruppamento di cooperative sociali (costituite in ATI ovvero Alis, Ultraservizi, Gea, e Asso)”.

ALCUNI APPALTI SOTTO ACCUSA Liguori scrive di casi precisi: “Solo per citare qualche dato si annota che: per il verde pubblico urbano l’appalto è stato gestito senza gara aperta dal 2008 al 2015 per un totale di costi per il comune di terni superiore ai 2 milioni e 700 mila euro, cui si devono sommare i lavori appaltati nel 2015 per una somma totale superiore ai 560 mila euro, poi frazionati in tre lotti; per l’appalto del servizio verde all’interno del cimitero comunale, il contratto, senza gara aperta, ha subito 63 proroghe dal 2011 al 2016 per un costo totale di oltre 286 mila euro; per i servizi cimiteriali all’interno dei 16 centri, le proroghe sono durate dal 2014 al 2016, il costo sopportato di oltre 687 mila euro; per l’appalto dei servizi turistici all’interno della cascata delle marmore, il contratto ha fatto registrare atti comunali di proroga illegittima dal 2010 al 31.12.2013. I lavori poi appaltati con procedura negoziale riservata sono stati aggiudicati per un importo di oltre 1 milione e 700 mila euro”.

“SODALIZIO CRIMINALE” Il procuratore spiega quanto ricostruito dall’accusa: “La vicenda penale esaminata ha visto protagonisti sia la componente politica sia la componente tecnica del Comune di Terni: la prima, nelle persone dei componenti della giunta municipale, con il ruolo, assegnato al sindaco e all’ assessore pro tempore ai lavori pubblici, di promotori ed organizzatori del sopra descritto disegno criminoso; la seconda, nelle persone del dirigente e del responsabile del settore lavori pubblici del Comune di Terni, impegnati, i primi, nella fase di preparazione degli strumentali requisiti strutturali e territoriali, trasfusi dai secondi indagati, quali partecipi al sodalizio criminoso, nei bandi di gara e nelle lettere di invito a contrarre, cuciti addosso alle cooperative sociali di tipo B, le uniche titolate a vestire il prodotto sartoriale come sopra confezionato”.

“MONOPOLIO DELLE COOP” Prosegue Liguori: “Ai soggetti investiti nelle rispettive qualità sopra descritte, si aggiungono anche altri personaggi, anch’essi inseriti all’intero del dipartimento lavori pubblici del medesimo ente territoriale, con il compito di contribuire alla realizzazione del programma di alterazione della concorrenza, ora avallando tecnicamente le operazioni di favoritismo, ora componendo le commissioni giudicatrici, ora fungendo da responsabile unico del procedimento. Ed infine, la presenza dei responsabili delle cooperative sociali di tipo B, quali legali rappresentanti, impegnati nell’opera di turbativa degli incanti, suggeritori e fruitori finali degli esiti delle procedure amministrative irregolarmente attivate dalla giunta municipale, che, nonostante la diversa denominazione formalmente assegnata – gara pubblica / affido diretto / in economia / proroga – alla fine hanno garantito un monopolio perfetto nel territorio ternano nel settore degli appalti di servizi al medesimo raggruppamento di imprese cooperative”.

MISURE CAUTELARI Spiega infine il procuratore che “nei limiti ordinamentali e di tutela delle dinamiche in corso, l’autorità giudiziaria di Terni, su richiesta dell’ufficio di cui lo scrivente ha responsabilità, ha applicato, allo stato, al netto di ulteriori determinazioni della summenzionata autorità giudiziaria, al sindaco e all’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Terni la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre a due componenti di cooperative sociali di tipo B, il divieto temporaneo di esercizio dall’attività di impresa cooperativa”.

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