Terni, arresti domiciliari sindaco, riesame si riserva di decidere

Il tribunale del Riesame di Perugia si è riservato di decidere in merito alla richiesta avanzata dalla difesa del sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo di revocare la misura cautelare per la quale dal 2 maggio scorso è agli arresti domiciliari nell’ambito di un’indagine di guardia di finanza e polizia su presunte irregolarità nell’affidamento di alcuni appalti comunali.

Nell’udienza di oggi pomeriggio i difensori di Di Girolamo – gli avvocati Guido Calvi e Attilio e Daniele Biancifiori – hanno illustrato ai giudici la loro istanza, producendo una memoria con documentazione aggiuntiva e nuove motivazioni per sostenere l’estraneità del sindaco rispetto alle accuse argomentando in merito al suo ruolo di indirizzo politico e non di gestione tecnico-amministrativa delle procedure comunali, oltre che sostenendo l’insussistenza dei motivi cautelari, in particolare quello della reiterazione del reato.

“Il tribunale ci è apparso stato molto attento, abbiamo avvertito cognizione delle carte” ha spiegato Biancifiori. “Il materiale – ha aggiunto – è molto e ai giudici servirà probabilmente qualche giorno per riflettere, ma ci auguriamo di avere un responso il più presto possibile”. La procura, rappresentata dal pm Raffaele Iannella (con lui anche il procuratore capo Alberto Liguori), ha invece insistito sulla necessità della misura, producendo anch’essa una memoria riepilogativa della vicenda.

Di Girolamo non era presenta in aula, mentre all’udienza ha partecipato l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Stefano Bucari, sottoposto, nell’ambito della stessa inchiesta, alla misura della sospensione dall’attività amministrativa. Anche il suo legale, l’avvocato Roberto Spoldi, ha chiesto la revoca del provvedimento e pure in merito alla sua posizione i giudici si sono riservati di decidere.

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