Terni, Bonomi: ”In Bct nessun pestaggio, solo una spinta, ecco com’è andata”
Questa è la versione dei fatti di Bonomi: “Prima che iniziasse il comizio, un gruppo di antifascisti ha intonato cori offensivi contro di noi e contro la mia persona. Visto che in piazza c’erano anche bambini e persone che non c’entravano nulla, abbiamo dovuto mettere la musica ad alto volume per coprire quei cori. Poi dal balcone della Bct una decina di persone ha iniziato a deriderci, a fare gesti, a provocare. Un ragazzo con una macchinetta fotografica con lo zoom scattava foto verso di noi, probabilmente inquadrando i singoli volti con l’intento di schedare i presenti, perché ‘loro’ hanno ancora queste abitudini.
Ho chiesto alle forze dell’ordine di farli smettere, mi hanno risposto che all’interno della biblioteca erano già presenti alcuni agenti. A quel punto ho deciso di andare a parlare con le forze dell’ordine all’interno della Bct e vista la situazione, le offese e le minacce personali nei miei confronti, per tutelarmi mi sono fatto accompagnare da una decina di ragazzi. Non c’è stata nessuna irruzione nella biblioteca, siamo entrati dall’ingresso normalmente aperto, a far scattare successivamente l’allarme è stata la Digos che è entrata da un ingresso in quel momento chiuso. Quando siamo entrati, un addetto della Bct ci si è fatto avanti ed io ho iniziato a spiegare la situazione. Mentre stavo parlando con lui, alcuni ragazzi, 7 o 8, sono saliti per le scale, per andare a parlare con gli agenti. Sulle scale hanno incontrato un ragazzo che, appena li ha visti, gli ha detto: ‘fascisti di merda’. A quel punto ha ricevuto una spinta che gli ha fatto cadere la macchinetta e forse gli occhiali. Non c’è stato nient’altro, i ragazzi hanno continuato a salire le scale per andare a parlare con gli agenti.
Altro che ‘pestaggio selvaggio’: c’è stata soltanto una spinta, un gesto che comunque condanno. E non c’è stato bisogno di alcun intervento delle forze dell’ordine, quando sono arrivati altri agenti era già finito tutto. Subito dopo aver ricevuto la spinta, il ragazzo è sceso in piazza ed ha raccontato di aver subito un’aggressione, qualcuno dei presenti ha iniziato a dire: ‘venti fascisti hanno massacrato di botte un ragazzo’ così da richiamare più persone.
E’ stata anche una leggerezza dei ragazzi perché così si è dato modo di parlare della spinta e non delle violenze subite da noi, di cui nessuno parla mai. La violenza infatti non è solo una spinta, che comunque condanno, ma sono anche gli insulti, gli sputi, i tentativi di impedire un comizio elettorale, le minacce, le provocazioni, i manifesti imbrattati che subiamo. Per partire dalla sede del movimento e arrivare fino al palco del comizio, la Digos mi ha dovuto scortare perché, mi è stato detto dalle stesse forze dell’ordine, la mia incolumità era in pericolo. Ogni volta che siamo al banchetto, regolarmente autorizzato in piazza Europa, arrivano antifascisti a fare volantinaggio contro di noi e si mettono a 5 metri di distanza. E gli viene consentito di fare queste provocazioni. La scorsa settimana qualcuno ha tirato un sasso contro la nostra sede spaccando un vetro. Questo è il clima che subiamo e, esclusa questa spinta, a cui noi non abbiamo mai reagito”.