Terni, boss dello spaccio albanese rientra in città dopo espulsione: arrestato ed espulso

Era stato espulso dall’Italia poco meno di due anni fa ma, incurante del provvedimento della giustizia italiana che vieta il rientro nel territorio nazionale per 5 anni, ha fatto ritorno a Terni riprendendo la sua carriera di criminale. Per questo motivo, un pluripregiudicato albanese, già noto alle forze dell’ordine per essere un importante componente della banda smantellata con la nota operazione “Daku”, è stato arrestato ieri dalla polizia di Terni.

Nello specifico, l’uomo aveva fatto rientro in Italia qualche mese fa sotto falso nome, attraverso una carta d’identità rumena. Dopo aver superato diversi controlli in varie città italiane, è arrivato a Terni tornando ad abitare nella sua casa del centro dove risiedeva prima di essere espulso. Una volta giunto nella Conca, ha ripreso i vecchi contatti, le vecchie conoscenze, è ritornato a fare la bella vita di prima tra auto e vestiti di lusso ma, soprattutto, ha ripreso la sua vecchia attività di spacciatore. Alla polizia, però, non è sfuggito il continuo via vai di tossicodipendenti dalla sua abitazione e hanno deciso di concentrare i loro controlli in quella zona.

Dopo qualche giorno di appostamenti, hanno visto uscire di casa l’uomo che gli agenti hanno riconosciuto nel 28enne albanese arrestato nel novembre del 2012, a conclusione dell’operazione “Daku”. L’uomo era un elemento di spicco della banda smantellata dalla polizia, dedita al traffico nazionale ed internazionale di cocaina e marijuana. Infatti, all’epoca dei fatti, gli agenti avevano appurato che, a bordo di un’auto di grossa cilindrata, firmato dalla testa ai piedi, se ne andava in giro per la città coordinando lo spaccio al dettaglio, attraverso i pusher locali. Era anche un assiduo frequentatore di discoteche dove era stato più volte coinvolto in risse. Accertata la sua pericolosità sociale, a suo tempo la polizia gli aveva revocato il permesso di soggiorno e, su disposizione della magistratura, lo aveva espulso dall’Italia.

Per il rientro nel territorio nazionale avrebbe dovuto aspettare 5 anni e fare domanda di reingresso al Ministero dell’Interno. Incurante di ciò, ha fatto ritorno qualche anno prima e così, ieri notte, dopo le 24, è stato arrestato dagli agenti mentre era in auto con un suo connazionale, anch’esso noto alle forze dell’ordine in quanto arrestato per vari reati di droga e, il 22 ottobre scorso, in vocabolo Fiori, per tentato omicidio. Dopo l’arresto per la violazione della legge sull’Immigrazione e la denuncia per possesso di documento falso, questa mattina è stato giudicato con il rito direttissimo dal magistrato Zanetti, il quale lo ha condannato a 6 mesi di reclusione, pena sospesa, firmando poi il nulla osta per una nuova espulsione dall’Italia.

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