Terni, Buconi contro commissariamento Province e Dap regionale

“Il commissariamento delle Province non risolve i problemi economici e istituzionali del Paese”, la fusione di 5 Comuni dell’Alto orvietano è “frettolosa e azzardata”, il Dap “non affronta i temi veri della nostra regione”. Ne ha per tutti il consigliere provinciale Danilo Buconi (gruppo Misto) che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa proprio sul futuro delle Province, sul Dap regionale, sulla fusione dei Comuni dell’Alto orvietano e sulle politiche del lavoro.

Per quanto riguarda le province, in una nota Buconi scrive: “Questa scelta dimostra scarsa lungimiranza politico-istituzionale non porterà alcun risparmio vero e creerà invece un sistema infinito di confusioni e incertezze che sarà scaricato su cittadini e aziende”. Il consigliere ha definito “Grave l’assenza di iniziative istituzionali da parte dell’Upi Umbria. Sarebbe stato meglio fare una riforma organica delle istituzioni locali che partendo dalla cancellazione di ente ed agenzie non scelte dai cittadini avesse attuato una riforma costituzionale seria, trasformando le attuali 19 Regioni e 2 Province autonome in 4 macro Regioni, all’interno delle quali riorganizzare le Province sulla base di una popolazione minima di 300mila abitanti e 3mila km quadrati”.

Buconi ha parlato anche del progetto di fusione di 5 Comuni dell’Alto orvietano definendola “frettolosa e azzardata. Sarebbe stato meglio fare un’unione dei Comuni così come fatto in Toscana per arrivare eventualmente alla fusione definitiva alla scadenza dell’attuale mandato amministrativo di Parrano”.

Sul Dap regionale Buconi il consigliere ha espresso un giudizio negativo sull’impianto generale del documento della Regione per il 2014-2016. “Calano occupazione e investimenti, si aggrava la situazione di famiglie e imprese con un impoverimento del tessuto economico e sociale del territorio provinciale di Terni. Il Dap non affronta i temi veri della nostra regione che sono occupazione, tutele sociali, sostenibilità ambientale e apertura culturale. Non ci sono sostegni alla piccola impresa e non si intravedono progettualità per le infrastrutture, si appesantisce la pressione fiscale”. Si è però detto soddisfatto “perché, grazie alla mia iniziativa, il 3 febbraio ne discuterà il Consiglio provinciale”.

Sul fronte del lavoro Buconi ha proposto una riduzione temporanea dell’orario settimanale portandolo all’80% nel settore privato, “a partire – ha detto – da chi è vicino all’età pensionabile”. Nella pubblica amministrazione Buconi ha proposto di incentivare l’utilizzo dei lavoratori in mobilità, “a partire – ha affermato – da Province e Comuni – da affiancare al personale di ruolo per quanto concerne i servizi di manutenzione ordinaria e straordinaria di infrastrutture ed immobili, nonché per l’archivistica e la segreteria e per la gestione e pulizia degli uffici”. Il consigliere ha infine ribadito la necessità di mantenere l’art.18 dello statuto dei lavoratori e ha definito “sbagliato il salario minimo garantito, meglio riformare gli ammortizzatori sociali”.

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