Terni, Centralmotor in crisi: chiesta proroga concordato preventivo, lavoratori ricevuti dal prefetto

0

CentralmotorIl gruppo Centralmotor spa, concessionaria d’auto che conta circa 200 dipendenti tra Umbria, Lazio e Toscana, è in crisi da mesi. Lo scorso 29 maggio ha chiesto e ottenuto l’accesso al concordato preventivo senza vincolo di continuità e recentemente è stata richiesta al tribunale una proroga di 30 giorni. I lavoratori sono ovviamente molto preoccupati e una delegazione dei 40 impiegati nelle sedi di Terni, questa mattina sono stati ricevuti dal prefetto Gianfelice Bellesini. Il 30 settembre è anche in scadenza la cassa integrazione per i dipendenti che, secondo i sindacati, non percepiscono le proprie spettanze da maggio.

All’incontro di questa mattina, sollecitato dai sindacati e convocato dal prefetto Gianfelice Bellesini, hanno partecipato i rappresentanti dell’azienda, dell’Associazione Piccole e medie imprese e delle organizzazioni di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs. Nel corso della riunione – spiega una nota della prefettura – sono stati sottolineati i vari aspetti della vicenda: le incertezze sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali, le difficoltà nel percepimento delle spettanze già maturate dai lavoratori, l’accesso agli ammortizzatori sociali e la continuità delle relative erogazioni, gli sviluppi delle procedure concorsuali già avviate davanti agli uffici giudiziari competenti.

Nel prendere atto di quanto emerso nel corso dell’incontro, il prefetto Bellesini ha espresso “solidarietà e vicinanza alle famiglie dei lavoratori che operano in un settore che, da tempo, versa in gravi ed oggettive difficoltà”, assicurando “la massima attenzione delle istituzioni verso questa vicenda che aggrava la situazione economica di un territorio già duramente compromesso da altre importanti crisi aziendali”.

Centralmotor è nata a Rieti nel 1994 e nel corso degli anni ha aperto sedi a Monterotondo, Firenze e Terni. Prima della crisi vantava oltre 10 mila auto vendute ogni anno (era tra i primi 50 rivenditori nazionali), arrivando a comprendere 5 aziende, 11 sedi e ad essere rivenditore di 13 brand. A Terni il gruppo ha sempre supportato iniziative sportive e culturali.

CONDIVIDI